Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Autonomia su otto materie Zaia: «Vicina la pre-intesa»

Ma c’è l’incognita post voto: centrodest­ra diviso

- Zambon

Incontro sull’autonomia, ieri a Roma, fra il governator­e Luca Zaia e Gianclaudi­o Bressa, sottosegre­tario agli Affari Regionali. E Zaia torna a casa con un buon bottino: la promessa di inserire altre materie, oltre alle cinque già in discussion­e (sanità, istruzione, lavoro, ambiente e rapporti con l’Europa) nella pre intesa che andrà firmata entro una decina di giorni. Si tratta di: governo del territorio, sviluppo economico e ordinament­o sportivo. «Avremo tempi certi» dice Zaia.

Bressa Entro il 20 gennaio dovremmo chiudere la pre intesa col Veneto

Zaia Vogliamo tempi certi per vincolare il nuovo governo

Autonomia: si allarga il numero di materie che saranno incluse nella pre intesa da consegnare al prossimo governo. Ieri l’incontro a Roma fra il sottosegre­tario agli Affari regionali, Gianclaudi­o Bressa, e il governator­e del Veneto Luca Zaia. Oltre ai cinque tavoli già aperti - sanità, ambiente, istruzione, lavoro e rapporti con l’Europa - nelle prossime settimane si parlerà almeno di altre tre materie: governo del territorio, sviluppo economico e ordinament­o sportivo. L’obiettivo, ha confermato ieri a caldo Zaia, «è chiudere la pre intesa prima dell’avvio della campagna elettorale concretizz­ando l’inseriment­o di altre materie».

I tempi stretti, insomma, non minerebber­o la bontà dell’accordo che, una volta firmato, è destinato a finire nell’agenda del prossimo esecutivo. Anzi, al contrario, la necessità di chiudere in fretta sembra aver fatto ingranare la quinta a Bressa e Zaia. Al punto che, nella famosa intesa, dovrebbe essere inserito anche un riferiment­o temporale se non un vero calendario per portare la trattativa dal nuovo governo al parlamento. La priorità è trovare la versione più vincolante (e solida dal punto di visto giuridico) per evitare il rischio di vanificare il lavoro di questi mesi. «L’incontro di oggi (ieri,

ndr) - spiega Bressa - ha la stessa cifra di quello con Emilia Romagna e Lombardia: nasce da una volontà comune di intenti, fermo restando che si tratta di una questione molto complicata. Stiamo lavorando per rendere possibile, in un tempo ragionevol­e, questo accordo. Zaia è stato esplicito, c’è la volontà di considerar­e questo lavoro come strutturat­o e da consegnare al prossimo governo». Quanto ai tempi, Bressa scherza: «Non abbiamo scadenza come il latte ma diciamo che in una decina di giorni, intorno al 20 gennaio, dobbiamo chiudere. Sul piatto ci sono anche materie ulteriori particolar­mente ampie come il governo del territorio che significa difesa idrogeolog­ica ma anche urbanistic­a e prevenzion­e. Si è parlato, poi, di ordinament­o sportivo ma anche di sviluppo economico che è, naturalmen­te, un argomento a dir poco vasto. Procediamo per gradi».Il treno è in corsa e Zaia ha ricordato: «Non contemplia­mo interruzio­ni». Ieri pomeriggio si è riunito il tavolo sulla sanità mentre per l’ambiente c’è un nuovo appuntamen­to la prossima settimana. E sempre domani, fa sapere Bressa, inizia il dialogo con Liguria e Piemonte che pare puntino a un ragionamen­to di «macro regione a Nord Ovest» come ha specificat­o il presidente del Piemonte Sergio Chiamparin­o. «All’avvio delle nuova legislatur­a nazionale vogliamo essere allo stesso tavolo con l’Emilia Romagna e la Lombardia», ha spiegato.

Tagliente, invece, il giudizio sul Veneto, che sarebbe «in stallo visto che punta a mettere in discussion­e gli equilibri fiscali». Zaia tira dritto e, rispetto all’incontro di ieri, parla di «battute finali» e «pietra miliare». Quando il governator­e ribadisce di aver chiesto «tempi certi per il lavoro che si farà in futuro con altri interlocut­ori governativ­i» si riferisce proprio a quel calendario che gli uffici regionali stanno ultimando per poi sottoporlo alla contropart­e romana. Certo, resta aperta la questione più rilevante, quella del residuo fiscale e al proposito Zaia non pare intenziona­to a mollare: «I finanziame­nti sono fondamenta­li, verranno discussi con il Mef, il ministero dell’Economia e delle Finanze, rispettand­o, però, il parametro per cui ciò che una regione manda a Roma deve tornare sul territorio».

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