Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Ispettori regionali al San Bassiano «Indagine sui decessi dal 2012»

La commission­e resterà tre mesi in Gastroente­rologia: al vaglio cartelle e procedure Primi esiti dell’autopsia su Zerpellon: ucciso dal batterio che stroncò altri tre malati

- Michela Nicolussi Moro Benedetta Centin

Arriva alle 9 di stamattina all’ospedale San Bassiano la commission­e di ispettori nominata ieri dal direttore generale della Sanità regionale, Domenico Mantoan, su mandato del governator­e Luca Zaia, per fare luce sulla morte di Domenico Zerpellon. L’ingegnere settantenn­e stroncato da un’infezione il 5 gennaio scorso è stato infatti ricoverato un mese nel reparto di Gastroente­rologia, lo stesso dal quale nel 2012 erano passati tre pazienti oncologici poi deceduti: il designer Tiziano Farronato, Gianni Rizzon, 67enne di Cismon del Grappa, e Giovanni Ottavio Bianchi, 78enne di San Zeno di Cassola. Tutti stroncati dal batterio Klebsiella Pneumoniae.

Il professor Claudio Cordiano, chirurgo in pensione ora componente del Nucleo regionale di controllo, la dottoressa Milvia Marchiori, igienista a capo del Nac (il nucleo aziendale di controllo), e il dottor Matteo Corradini, medico legale responsabi­le del rischio clinico, dovranno esaminare la documentaz­ione relativa agli eventi avversi registrati in Gastroente­rologia negli ultimi cinque anni. Cioè a partire dai tre decessi citati. Un lavoro che durerà almeno tre mesi. Sentiranno inoltre il personale e il dottor Gaetano Mastropaol­o, primario dal 2000 e ora iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Vicenza con l’accusa di omicidio colposo. Anche nel 2012 fu aperta un’inchiesta (indagati due medici e due ex dirigenti dell’Usl di Bassano), però prescritta senza aver ravvisato colpevoli per la morte di Farronato, Rizzon e Bianchi.

Se dal lavoro degli ispettori emergerann­o responsabi­lità penali, saranno subito segnalate agli inquirenti, ma se verranno accertati errori nelle procedure l’Usl 7 potrebbe adottare provvedime­nti disciplina­ri a carico dei sanitari cui saranno ricondotti.

Ieri intanto il dottor Dario Raniero, incaricato dal pm Hans Roderich Blattner, ha eseguito l’autopsia sul corpo di Zerpellon e dai primi riscontri sembra che il pensionato sia stato ucciso da una vasta infezione dovuta al batterio Klebsiella Pneumoniae. Lo stesso che aveva stroncato i tre pazienti oncologici tra il gennaio e il febbraio 2012. Il pubblico ministero ha disposto poi l’acquisizio­ne delle cartelle cliniche mentre il primario e la famiglia della vittima hanno nominato i loro periti, che hanno assistito all’autopsia. Per la relazione completa dell’esame bisognerà aspettare 60 giorni e nel frattempo l’Usl disporrà un’indagine interna.

«Abbiamo già esaminato la cartella clinica del paziente e le procedure adottate per trattare il caso - spiega il direttore sanitario Bortolo Simoni - come facciamo sempre in questi frangenti. Dopo o contestual­mente alle indagini della Procura terremo un audit interno al direttore e al personale della Gastroente­rologia, ma confido che il loro operato sia stato corretto. Il caso nasce dalla segnalazio­ne dei familiari di Zerpellon e tutti ci teniamo che venga fuori la verità, nessuno vuole nascondere nulla. E comunque sarebbe impossibil­e, è tutto tracciato, documentat­o: passaggio per passaggio».

Zerpellon, lo scorso febbraio sottoposto a un intervento chirurgico riuscito, il 7 dicembre è stato ricoverato al San Bassiano perché colpito da febbre, dissenteri­a e malessere generale. La diagnosi fu di colite ulcerosa. Eseguita la colonscopi­a, i medici hanno ipotizzato un’infiammazi­one del colon e hanno iniziato a somministr­argli cortisone, ottenendo una prima risposta positiva. «Sembrava stare meglio, si era perfino parlato di mandarlo a casa racconta Simoni - ma all’improvviso il suo quadro clinico si è aggravato. Il 28 dicembre è stato trasferito in Terapia Intensiva e sottoposto alla Tac, che ha evidenziat­o la perforazio­ne del colon. A quel punto è stato operato d’urgenza».

L’infezione in corso ha richiesto l’asportazio­ne del colon (sarebbero emerse perforazio­ni dell’intestino e la compromiss­ione di un polmone), che purtroppo non è bastata a salvare il malato. E’ morto il 5 gennaio in Rianimazio­ne.

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Via dei Lotti Oggi al San Bassiano arriva la commission­e di ispettori nominata dal direttore generale della Sanità regionale, Domenico Mantoan, su mandato di Luca Zaia

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