Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Via Verdi diventa terra di spaccio I residenti: ci paghiamo la vigilanza

Creata anche una chat di aiuto. Boschiero: ora la droga si vende vicino al park

- Benedetta Centin © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Gli episodi di spaccio notati dalle fine- stre di casa o passeggian­do per strada sono all’ordine del giorno a sentire i residenti che non mancano di assistere anche a risse e che, preoccupat­i, alcuni già minacciati e inseguiti da pusher, ora pensano di pagarsi la vigilanza privata. Perché al faro per illuminare maggiormen­te la zona sotto il proprio palazzo ci hanno già pensato, sempre a spese proprie. «Non starebbe a noi farci una polizia privata ma è un’ipotesi che stiamo valutando perché abbiamo paura» spiegano. Per loro è il triangolo dello spaccio tra piazzale Bologna, via Verdi e via Battaglion­e Monte Berico. I residenti sono arrivati a creare una chat di gruppo su WhatsApp per aggiornars­i sulla situazione in strada, per informarsi in tempo reale su eventuali situazioni di allarme o pericolo, e anche per chiedere aiuto. «Il problema è soprattutt­o la sera – racconta Stefano Boschiero, portavoce del comitato Piazza Castello che organizza anche le passeggiat­e della sicurezza -. Solo pochi giorni fa una 18enne che abita con la mamma in via Verdi ha scritto sul gruppo per chiedere che qualcuno la aiutasse ad entrare a casa propria. “Ci sono quattro persone davanti al mio portone, ho paura a rientrare, aiutatemi” l’appello della ragazza, alla quale qualcuno di noi è andato in soccorso, permettend­ole di superare quel portone e rientrare nel suo appartamen­to». E poi ci sono i residenti che non si azzardano più a portare fuori la spazzatura di sera, quando non c’è più il presidio fisso in zona dell’esercito, che non osano neppure incrociare lo sguardo degli africani che vivono di spaccio. Spaccio che è in evoluzione. Non c’è solo il passaggio di mano della droga per strada ma anche in auto, con il cliente che rimane ad attendere al posto di guida la sua dose. «Quasi un take away – spiega Boschiero – lo abbiamo anche documentat­o con le foto che sono postate in Facebook: l’assuntore arriva in auto, fa dei segnali, sopraggiun­ge il pusher che, ricevuto l’ordine, va nel seminterra­to del park e torna con la droga che gli passa allungando la mano nell’abitacolo». Una scena che poche sere fa un residente ha immortalat­o col cellulare. «Quando il nigeriano se n’è accorto lo ha aggredito a parole e ha preteso il suo cellulare. Il residente – spiega il portavoce del comitato – è dovuto scappare via, fino a via Roma, e al contempo chiamare i carabinier­i». Solo 24 ore prima un profugo nigeriano aveva preso a morsi i lagunari e tentato di disarmarne uno. Il giorno dopo, processato, era già libero. «Questi non si fanno nessun problema, evidenteme­nte si sentono tutelati dall’impunità – sbotta Boschiero – noi siamo contenti della presenza dell’esercito, il cui servizio permette di avere la zona più coperta da controlli, ma il vero problema è quando i lagunari smettono di presidiare l’area, la sera».

Boschiero fa anche un’analisi attenta del fenomeno: «La compravend­ita di droga prima avveniva nel parco, all’inizio di via Roma e in via Gorizia ma dopo che il Comune ha installato le telecamere l’assembrame­nto si è spostato in via Verdi e piazzale Bologna. E non c’è da stupirsi se i residenti ora pensano alla vigilanza privata».

Il comitato «È un take away: l’assuntore è in auto, fa dei segnali, arriva il pusher che va nel seminterra­to del park e torna con la droga»

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