Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Bassanesi e stranieri duemila in marcia per chiedere la pace
Dal parco Ragazzi del ‘99 all’Ossario: la Grande Guerra, i drammi di oggi. In corteo anche Marta Scomazzon
Il sindaco Riconoscenti a chi ha perso la vita per un futuro di pace L’abate Costruire un futuro senza guerre camminando assieme Il coro Dobbiamo avere il coraggio e la pazienza di praticare la pace
Dalle vicende belliche di 100 anni fa, scritte anche con il sangue dei «ragazzi del ‘99» per costruire un futuro senza guerre, camminando assieme, ricordando le tragedie umanitarie di oggi. Don Andrea Guglielmi, abate di Santa Maria in Colle, riassume così il significato del Cammino di pace 2018 snodatosi ieri pomeriggio lungo le strade della città. Promosso dall’omonimo coordinamento, sintesi di una ventina di realtà locali, l’appuntamento ha richiamato circa duemila persone di religioni diverse. Molti i giovani e le famiglie che hanno marciato con il sindaco Riccardo Poletto, alcuni assessori e consiglieri comunali, rappresentanti delle parrocchie, della scuola e dell’associazione islamica La Pace che, a fine corteo, ha condiviso una preghiera interreligiosa con la comunità cattolica. Tra la folla, con le ragazze del gruppo di cui è animatrice, anche Marta Scomazzon, la giovane rimasta ferita nell’attentato terroristico di Barcellona dello scorso agosto dove ha perso la vita il suo fidanzato Luca Russo. Presenti pure diversi immigrati seguiti dall’associazione Casa a Colori, arrivati da Mali, Costa d’Avorio, Senegal.
Sotto lo sguardo vigile delle forze dell’ordine, il Cammino di pace ha preso il via dal monumento dedicato ai Ragazzi del ’99. Una scelta con la quale il coordinamento ha voluto rendere omaggio a quei giovanissimi inesperti di vita militare ma chiamati a combattere nella Grande guerra. A ricordarli, i nati nel 1999 che hanno letto le lettere scritte dai loro coetanei un secolo fa. Come quella del diciottenne bassanese Luigi Pellizzari che racconta ai familiari tutta la sua disperazione per trovarsi in una realtà di sangue, morte e sofferenze. Non meno toccante quella vergata da una quattordicenne e indirizzata al re d’Italia nella quale esprime la tragedia della quotidianità dei civili fatta di fame e di stenti. A distanza di 100 anni sono altri i drammi umani ricordati ieri. Per tutti è stata letta la testimonianza scritta da un giovane somalo fuggito dalla sua terra per scampare ad una morte sicura. Dopo un viaggio lungo e insidioso, per un periodo è stato accolto in città. Prima di andarsene, lo scorso Natale, ha voluto lasciare un messaggio di ringraziamento per l’ospitalità ricevuta dai bassanesi concludendo con «vi voglio bene».
«Osa la pace» questo lo slogan che del Cammino 2018. Ma è stato anche l’appello lanciato dagli organizzatori e dal sindaco Riccardo Poletto. «Dobbiamo avere il coraggio e la pazienza di praticare la pace - hanno sottolineato – anche attraverso piccoli gesti». Il lungo, vivace serpentone ha poi raggiunto piazza Garibaldi, seconda tappa del percorso. Qui la Bassano Bluspirituale Band ha eseguito un’intensa rivisitazione del brano di Fabrizio De Andrè «La guerra di Piero» seguita dal lancio di palloncini rossi. Poco prima, all’altezza di palazzo Agostinelli (già Ca’ di Dio) di via Barbieri, ai partecipanti è stato consegnato un papavero rosso, depositato poi all’interno del Tempio Ossario, in omaggio ai 5.500 caduti sepolti.
«Gesti e simboli per testimoniare la nostra riconoscenza a chi ha perso la vita per garantire un futuro di pace», ha spiegato il sindaco Poletto. L’epilogo della manifestazione nel vicino Centro giovanile dove don Guglielmi ha letto il passo della Bibbia riferito a Caino ed Abele, mentre la comunità islamica La Pace, ieri rappresentata dal presidente Ayeva Alisei e dal suo predecessore Ezzedine Fatnassi, ha proposto un brano del Corano sulla non violenza e sulla sacralità della vita umana. Si continuerà a parlare di pace nel programma «Sai cos’è la guerra?» proposto a margine del Cammino. Si dipanerà fino a giugno, tra conferenze di carattere storico, filosofico, religioso (il 27 aprile interverrà il vescovo di Vicenza Beniamino Pizziol), spettacoli e anche un’escursione sul monte Grappa (il 19 maggio).