Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
«I due gentiluomini di Verona», il lato oscuro dell’amore
Al Goldoni la commedia di Shakespeare con la regia di Sangati
È una delle opere di Shakespeare meno rappresentate I due gentiluomini di Verona, tra le prime scritte dal Bardo dopo il suo arrivo a Londra. È stata proprio questa sorta di ostracismo teatrale di un testo poco apprezzato e poco capito a motivare la scelta di Giorgio Sangati, giovane regista padovano, che ne ha curato la regia in una produzione congiunta del CTB Centro Teatrale Bresciano e del Teatro Stabile del Veneto - Teatro Nazionale. Lo spettacolo sarà in scena al Goldoni di Venezia da giovedì 18 (ore 20.30) a domenica 21, e in replica al Teatro Verdi di Padova, dal 24 al 28 gennaio. Interpreti: Fausto Cabra, Ivan Alovisio (nel ruolo dei protagonisti, Proteo e Valentino), Camilla Semino Favro, Antonietta Bello (le giovani amanti, Giulia e Silvia), Luciano Roman (il Duca di Milano), Gabriele Falsetta, Paolo Giangrasso, Ivan Olivieri, Giovanni Battista Storti, Alessandro Mor, Chiara Stoppa e Diego Facciotti, e con la partecipazione straordinaria del cane Charlie. Sabato 20 alle 16 al T - Fondaco dei Tedeschi, aperitivo con gli interpreti. «Leggendo l’opera, ciò che mi ha colpito spiega Sangati - è stata la forza drammaturgica, rivoluzionaria per l’epoca. Shakespeare crea un genere inedito, la commedia romantica, sapientemente venata di elementi tragici e comici. A cadere sotto i colpi dissacratori della sua penna è il concetto stesso, ormai anacronistico, dell’Amore cortese. Shakespeare mette in luce i sentimenti contrastanti e a volte addirittura meschini che governano l’amore». La vicenda è quella di due amici, Valentino e Proteo, che s’innamorano della stessa ragazza, Silvia. Molte trame secondarie complicano l’azione fino all’apparente lieto fine. Per ovviare alla mancanza di una traduzione adatta alla scena, Sangati stesso ha tradotto il testo «scegliendo – precisa – un lessico moderno, ma mantenendo il ritmo interno dell’opera con l’uso di rime in verso libero. Ho inoltre voluto modulare la diversità di linguaggio e l’espressività che connota servi e padroni». Duttile è la scena fatta di moduli mobili, stilizzati e diversamente componibili per rendere visivamente il passaggio tra Verona e Milano e l’ambientazione nella foresta. «Costumi e musiche – conclude Sangati – guardano all’oggi pur mantenendo elementi che si rifanno alla classicità».