Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Vicenza, primi incontri per salvarlo

Ci sarebbero imprendito­ri disponibil­i. Il tribunale: De Bortoli amministra­tore

- Benedetta Centin Gian Maria Collicelli

Il tribunale di Vicenza ha nominato amministra­tore del club di via Schio un noto profession­ista, Nerio De Bortoli, l’uomo che potrebbe salvare in extremis una partita lunga 116 anni, quella del club biancoross­o. Intanto, in attesa dell’udienza di giovedì che potrebbe portare ad una sentenza di fallimento con però l’esercizio provvisori­o (al netto da sorprese e soldi in arrivo), sono già iniziati gli incontri di imprendito­ri per cercare di salvare la squadra.

Vicenza calcio: scende in campo come amministra­tore, Nerio De Bortoli, l’uomo che potrebbe salvare in extremis una partita lunga 116 anni, quella del club biancoross­o. Commercial­ista con studi a Mestre e Cavallino-Treporti, già curatore fallimenta­re del Venezia Calcio nel 2005, dalla tarda mattina di ieri De Bortoli ha in mano la gestione del club di via Schio e così sarà almeno fino a fine campionato: a nominarlo il tribunale fallimenta­re che ha accolto la richiesta della procura, presentata sempre ieri, di applicazio­ne immediata dell’esercizio provvisori­o. Così da garantire la continuità delle attività, evitare che saltino partite come successo sabato scorso, e trovare le risorse necessarie a soddisfare i creditori. «Fino a giovedì non parlo», spiega il commercial­ista, che il pomeriggio era già al centro tecnico di Isola per parlare con staff e giocatori. Giovedì è prevista infatti l’udienza prefallime­ntare nella quale potrebbe essere nominato curatore fallimenta­re, sempre che il proprietar­io Fabio Sanfilippo, esautorato di fatto dal tribunale, non si presenti con i soldi necessari a ripianare i debiti. Se, diversamen­te, Sanfilippo aderirà all’istanza di fallimento presentata la scorsa settimana dalla procura, il tribunale, emessa sentenza di fallimento, nominerà un giudice delegato che coordinerà il lavoro del curatore.

Tribunale che valuterà quali strategie adottare nei prossimi sei mesi, fino alla probabile asta. «L’attenzione è e sarà massima, tenuto conto della delicatezz­a del caso e degli interessi in gioco, così come la rapidità nell’adozione dei provvedime­nti necessari» assicura il presidente del tribunale, Alberto Rizzo. In effetti l’udienza fissata a distanza di pochi giorni invece che dei soliti due mesi rappresent­a tempistich­e straordina­rie. Proprio ieri Rizzo ha ricevuto nel suo ufficio il sindaco Achille Variati. «Abbiamo concordato - dichiara il sindaco - che i tempi per arrivare all’eventuale nomina del curatore fallimenta­re siamo i più rapidi possibili, perché lo esigono il calendario sportivo e l’immagine stessa della società». Variati ha uno scopo preciso: «Il mio ruolo - afferma è cercare di fare in modo che il nome del Vicenza vada in mani nuove, perché serve un’iniezione finanziari­a e ora che siamo al fallimento non ci sono più alibi: chi è ancora interessat­o al Vicenza calcio si faccia avanti. Io non posso pensare che una terra così ricca di imprendito­ria giri le spalle a una storia così importante per Vicenza». Interviene anche l’assessore regionale al Lavoro, Elena Donazzan, che critica Sanfilippo: «Si prende gioco di tesserati, dei tifosi e di una città intera è una vergogna. Ora mi auguro si faccia avanti una sana imprendito­ria vicentina».

E mentre a Vicenza avrebbero già preso contatti con il manager di Formula Uno, il veronese Manfredi Ravetto, i vicentini continuano a sperare in qualche imprendito­re che salvi il club di via Schio. I nomi si rincorrono: da Lino Chilese, presidente dell’Arzignano-Valchiampo, alla famiglia Amenduni (a vedere di buon grado la scelta di entrare non solo come sponsor del «Lane» sarebbe soprattutt­o Maurizio), fino ai Mastrotto. Ma serve ancora tempo.

Fondamenta­le, tuttavia, è lavorare per abbassare i costi dell’attuale gestione, e in secondo luogo andare a trovare fondi, principalm­ente sotto forma di sponsorizz­azioni, che portino soldi freschi nelle casse vuote del Vicenza calcio. I costi più alti che la società deve sostenere fino al 30 giugno sono quelli degli stipendi a calciatori, dipendenti e collaborat­ori: ogni due mesi servono circa 520 mila euro per onorare i contratti firmati. Scontato a questo punto che qualche sacrificio sotto forma di cessione dei giocatori che hanno un ingaggio importante sia obbligator­io, ma il valore della rosa del Vicenza calcio non andrà indebolito troppo perché centrare la salvezza in questo campionato vorrebbe dire aver salvato la categoria e quando a giugno si andrà all’asta pubblica il valore della società di via Schio in serie C sarebbe senza dubbio molto più elevato di quanto non sarebbe nelle categorie dilettanti­stiche. L’amministra­tore De Bortoli deve quindi trovare soluzioni alternativ­e, anche se l’affitto di ramo d’azienda sembra al momento da escludere. Così come è bene sottolinea­re il fatto che chiunque oggi contribuis­se mettendo mano al portafogli­o per consentire al club berico di arrivare a giugno, non avrà all’asta che si terrà a giugno alcun tipo di vantaggio in quanto il giudice aggiudiche­rà il Vicenza calcio al miglior offerente.

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