Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Rivolta a Fosse di Enego per l’arrivo dei migranti «Siamo in 7, loro in 20»
Firme in prefettura. Il sindaco: «Paure inutili»
«È possibile addossare la responsabilità dell’accoglienza di venti migranti su tre donne, due vecchi e due bambini?». Su questa premessa a Fosse di Sopra - frazione con sette anime a 600 metri di altezza, ad Enego sull’Altopiano dei Sette Comuni nei giorni scorsi sono state raccolte 400 firme, poi consegnate al prefetto di Vicenza. Il sindaco, Fosco Cappellari, non ha firmato la petizione né intende farlo: «Questa in corso è una redistribuzione dei migranti già presenti in paese, a Enego sono in tutto 32 – avverte -. Mi risulta che a Fosse ne andranno 12, per la parte rimanente la prefettura ci assicura che si andrà ad esaurimento».
La vicenda a fine anno è stata dibattuta anche in consiglio comunale, su istanza dell’opposizione: all’unanimità è stato votato di chiedere alla prefettura di far rispettare a Enego il criterio di due migranti ogni mille cittadini. Tutto è iniziato qualche settimana fa, quando fra i (pochi) residenti della contrada Fosse di Sopra è circolata la voce che una vecchia casa, disabitata da anni, sarebbe stata destinata ad accogliere un folto gruppo di richiedenti asilo. «Il nostro è un tentativo di prevenire lo spostamento – osserva Rossella Peruzzo, che con Eva Caregnato e altri cittadini ha raccolto le firme – parliamo di una contrada lontana dal centro di Enego, sono 40 minuti a piedi, e in cui non c’è un bar, non c’è internet. L’autobus passa solamente al mattino presto». I residenti puntano l’indice anche sulla struttura in cui dovrebbero arrivare i migranti: «Gli spazi sono adatti al massimo ad ospitare sei persone e si tratta di una casa molto vecchia: il riscaldamento si compone di due stufette al pianterreno e un bagno ricavato in un sottoscala». Secondo Peruzzo già adesso «il paese è esasperato. I docenti hanno denunciato che alcuni migranti si sono appartati dietro alla scuola con dei ragazzini, c’è il sospetto di uno spaccio di droga». Dalla prefettura, con la petizione, i firmatari sperano di ottenere uno stop allo spostamento.
«Ho visitato l’abitazione in questione, i proprietari stanno svolgendo lavori di recupero importanti» dichiara invece Cappellari. Il primo cittadino ricostruisce l’origine della vicenda. Ad Enego, Comune di 1600 abitanti, c’è da tre anni un Cas, centro accoglienza straordinario, che non lontano dal centro storico ospita 32 richiedenti asilo. Nel corso del tempo sono stati fatti vari tentativi di integrazione, in parte anche riusciti: i migranti cooperano con la parrocchia seguendo degli orti sociali e sono seguiti da volontari che gli insegnano l’italiano. Le novità sarebbero arrivate con un recente cambio di appalto, alla cooperativa Le Orme che segue i 32 migranti è subentrata una nuova società, la coop Tempus di Fonzaso (Belluno). Questa ha fatto sapere al Comune di voler spostare parte dei richiedenti asilo nell’abitazione di Fosse, di proprietà dell’agenzia Global Immobiliare dell’imprenditore trentino Domenico Paradisi. «Già con il precedente prefetto Eugenio Soldà – avverte Cappellari - ci era stato assicurato che la quota di richiedenti asilo di Enego non sarebbe stata aumentata, anzi al contrario ridotta. Il nuovo prefetto Umberto Guidato mi ha ribadito questa decisione. Lo spostamento a Fosse, che mi risulta riguarderebbe 12 richiedenti asilo e non 17, porterebbe in seguito a una riduzione complessiva delle presenze e alla chiusura del Cas di Enego, forse già a marzo».
Nei giorni scorsi un incontro in prefettura a Vicenza, in cui è avvenuta la consegna delle firme, secondo i residenti avrebbe portato a una mediazione che potrebbe evitare del tutto lo spostamento di migranti a Fosse. «Dalla prefettura hanno detto che l’autorizzazione allo spostamento ancora non c’è e verificheranno se è possibile far continuare la gestione a Enego dalla precedente cooperativa. Questa settimana dovrebbero esserci nuovi incontri, speriamo risolutivi» conclude Peruzzo.