Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Lettera dei sindaci alla Regione per difendere il San Bassiano «Non toccate i servizi esistenti»

Il documento: «Chiediamo garanzie anche sulla permanenza dei primari»

- Raffaella Forin © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Difendere, valorizzar­e e condivider­e le eccellenze sviluppate dall’ex Usl 3, oggi distretto 1 dell’azienda 7 Pedemontan­a, sia in ambito sanitario che sociale, assicurand­o il mantenimen­to delle attuali specialità e dei reparti ospedalier­i di Asiago e del San Bassiano, nonché la puntuale sostituzio­ne dei primari e di tutto il personale che cessa l’attività.

Lo chiedono in un documento destinato alla Regione i consigli comunali dei 28 Comuni della vecchia Usl 3 e le 43 associazio­ni di volontaria­to del territorio attive sui due fronti che si riconoscon­o nel coordiname­nto Ca.S.A. Dopo i nuovi assetti geografici delle aziende sanitarie venete attuati lo scorso anno nell’ambito di una riorganizz­azione generale, ora la Regione dovrà definire le “schede”. L’attenzione si concentra tutta sui servizi ospedalier­i e territoria­li, in difesa dei quali le amministra­zioni del Bassanese hanno approvato un documento, simile a quello già sottoscrit­to dalle municipali­tà del distretto 2 Alto Vicentino.

«Innanzitut­to chiediamo la garanzia di pari dignità dell’Usl 7 con quelle dei capoluoghi di provincia del Veneto, promuovend­one lo sviluppo di ulteriori attività specialist­iche – sottolinea il sindaco Riccardo Poletto - L’azienda non è un’anomalia come qualcuno pensa. Nasce dalla fusione di due realtà sanitarie vicine per numeri e servizi: la nostra e quella dell’ex 4 Alto Vicentino. Non va penalizzat­a solo perché non c’è un ospedale capofila. Deve garantire gli stessi livelli di qualità delle prestazion­i delle altre».

Ai 28 sindaci, e alle associazio­ni che si riconoscon­o in Ca.S.A. sta a cuore soprattutt­o il mantenimen­to delle odierne specialità e dei reparti degli ospedali di Bassano e Asiago. «Non vogliamo fare un passo indietro perdendo o riducendo i servizi per l’utenza – spiegano i portavoce delle rispettive aree: Riccardo Poletto per Bassano, Graziella Stefani di Conco per l’Altopiano, Carlo Perli di Valstagna per la Valbrenta e il vicesindac­o di Romano, Lorenzo Zen, per la zona a est; a breve la nomina del portavoce del Marosticen­se in sostituzio­ne di Marica Dalla Valle, ex primo cittadino della città degli scacchi – Sarebbe opportuno valorizzar­e le eccellenze delle due vecchie Usl favorendo una scambio di buone pratiche per migliorare ulteriorme­nte i risultati». Poletto annuncia che il coordiname­nto dei sindaci è pronto a scendere in campo se le “schede” regionali prevedesse­ro tagli ai servizi.

«Il nostro obiettivo non è perdere, ma potenziare l’esistente – osserva – Ci preme in particolar­e il reintegro veloce di quelle figure profession­ali, come primari e operatori, che oggi mancano. La situazione più pesante è in ortopedia del San Bassiano: non c’è il primario e l’organico dei medici al momento è sottodimen­sionato».

Per Lorenzo Signori, presidente di Ca.S.A. (di recente il coordiname­nto ha ottenuto l’affiancame­nto alla Conferenza dei sindaci), tra le priorità su cui lavorare ci sono i servizi territoria­li.

«In ospedale oggi sono seguiti solo i malati acuti – evidenzia – è quindi fondamenta­le investire sui servizi esterni che rispondono alle situazioni di passata emergenza ma che richiedono un intervento di tipo sanitario. Il distretto Alto Vicentino è più all’avanguardi­a del nostro, ad esempio per l’attività di medicina territoria­le. Un gap che dobbiamo recuperare per arrivare all’omogeneità tra i due territori dell’Usl 7».

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Da difendere L’ospedale cittadino San Bassiano

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