Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Patty Pravo: «Numero chiuso nella mia Venezia»

La cantante in concerto alla Fenice il 24 febbraio. «Un flusso incontroll­ato di turisti: il degrado è insopporta­bile. Chiudiamo tutti i negozi di maschere Da piccola andavo a disegnare alle Zattere. Mi manca molto Jimi Hendrix»

- Verni

«Venezia resta Venezia, speciale e unica, anche nella rovina che sta vivendo, cosa che mi fa soffrire davvero molto». L’ultima grande diva della musica italiana, Patty Pravo, tornerà il 24 febbraio nella sua città per un concerto-evento al Gran Teatro La Fenice. «La cambio io la vita che», unica data del Triveneto, sarà un racconto in musica per celebrare oltre 50 anni di carriera, durante il quale sarà accompagna­ta dalla Gaga Symphony Orchestra e dalla sua rock band (ore 21, info www.ticketone.it).

L’ultima volta, nel 2012, era entrata alla Fenice di Venezia sul dorso di un cavallo bianco. Il 24 febbraio nel teatro l’aspetterà un’orchestra?

«Ah già il cavallo, è vero! ride elegante l’artista - Questa volta avrò con me una grande orchestra con cui, nella prima parte dello spettacolo, interprete­rò il mio repertorio francese, da Petite a Non andare

via fino alla Chanson des viuex amants. La seconda parte sarà invece rock pop».

Nel secondo tempo con rock band che si ascolteran­no le sue hit. Che rapporto ha con i suoi tanti successi da «La bambola» a «Ragazzo triste»?

«Ottimo, rendono felici le persone. E amo rendere felici tutti, anche quelli che incontro per strada e mi sorridono». Cantare nella sua Venezia, rimane un’emozione speciale?

«Non è una tappa come tante. È unico cantare alla Fenice dove mio nonno da bambina mi portava a vedere l’opera. È come un ritorno a scuola, ringiovani­rò fino ai dieci anni». Qual è la rovina di Venezia e come se ne esce?

«Il degrado è insopporta­bile. Metterei l’ingresso a numero chiuso e con un biglietto d’ingresso. Si deve riuscire a eliminare questo flusso incontroll­ato di turisti. Il secondo passo sarebbe quello di chiudere i negozi di mascherine che hanno invaso la città, da bambina non era così. Per le grandi navi la soluzione è quella di fare un altro porto a Marghera, così si creerebber­o anche posti di lavoro. Queste cose le ho già dette tutte al sindaco. Se si organizzas­se una manifestaz­ione comunque parteciper­ei: è una cosa che mi fa soffrire tanto». Qual è il posto a cui è più legata della città?

«Le Zattere, ogni volta che facevamo manca si andava sulla punta e nel bar. Una delle cose che amavo di più era sedermi sotto il lampione e mettermi a disegnare». Il disegno era una sua passione? «Mi è sempre piaciuto molto, ancora oggi dipingo».

È vero che da piccola sognava di diventare una direttrice d’orchestra? «Avevo iniziato a studiare al conservato­rio proprio per

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy