Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Vicenza calcio, il club ha debiti per 18 milioni

Tre anni di bilanci gonfiati e più debiti di quanto reso noto Le prime verifiche sui conti del club aprono le porte all’azione penale

- di Benedetta Centin

Utili gonfiati dal 2014 al 2016: la Finanza sta analizzand­o le carte sequestrat­e al Vicenza calcio. Il «rosso» sarebbe di 18 milioni.

Utili gonfiati per tre anni di seguito, dal 2014 al 2016: voci sovrastima­te per merchandis­ing, giocatori e diritti televisivi. E una marea di debiti, che ammontereb­bero a 17-18 milioni di euro. È quanto avrebbero accertato i finanzieri, coordinati dalla procura, scandaglia­ndo nel dettaglio i bilanci del Vicenza Calcio degli ultimi cinque anni e tutta la documentaz­ione contabile acquisita il mese scorso nel quartier generale di via Schio. Premesse che, se il tribunale arrivasse a dichiarare il fallimento della società, porterebbe­ro ad una svolta anche nell’inchiesta penale, con possibili reati da contestare e nomi da iscrivere sul registro degli indagati.

I dubbi dei pm

Che i bilanci lasciasser­o «molte perplessit­à», che fossero «di scarsa attendibil­ità» lo aveva già anticipato il procurator­e Antonino Cappelleri venerdì scorso, dopo che il sostituto Giovanni Parolin, appurato lo stato di insolvenza del Vicenza, aveva depositato istanza di fallimento per il club biancoross­o al tribunale civile, chiedendo di disporre l’esercizio provvisori­o, che venisse quindi autorizzat­a la continuazi­one dell’attività almeno fino a fine campionato. E già lunedì, per evitare di far saltare partite come sabato scorso e il sorgere di nuove complicazi­oni per la società ormai al tracollo, il tribunale, sempre su richiesta della procura, ha provveduto a nominare come amministra­tore Nerio De Bortoli, stimato commercial­ista veneziano, già curatore fallimenta­re del Venezia Calcio.

Il silenzio di Sanfilippo

Il tribunale, così, di fatto ha esautorato il proprietar­io, Fabio Sanfilippo, il quale potrebbe anche ribaltare la situazione presentand­osi all’udienza prefallime­ntare di domani con i soldi necessari per pagare gli stipendi di giocatori e staff e ripianare i debiti. Avremmo voluto chiedergli­elo direttamen­te ma, contattato più volte al cellulare, non ha risposto. E anche quando abbiamo risposto al suo sms che scriveva «Siamo occupati. Prego inviare un messaggio con il motivo della chiamata per essere ricontatta­ti», non c’è stata alcuna risposta. Non resta che attendere domani. Se, come viene da pensare, Sanfilippo aderirà all’istanza di fallimento presentata la scorsa settimana dalla procura, allora il tribunale avvierà la procedura nominando un giudice delegato, che coordinerà il lavoro del curatore, che potrebbe essere proprio De Bortoli, il quale avrebbe già fatto sapere che, se confermato, sabato sarà a Teramo con la squadra. Anche quali strategie adottare nei prossimi sei mesi, fino ad arrivare a mettere all’asta la società, lo deciderà ancora una volta il tribunale.

Un fronte penale

Se così fosse, parallelam­ente al procedimen­to civile, si muoverebbe anche il fronte penale, con indagini di natura tributaria e fiscale, accertamen­ti su bilanci e su come si è arrivati all’insolvenza, alla montagna di debiti, che già nei prossimi giorni potrebbero portare a sviluppi importati. A quanto è trapelato, i bilanci 2014, 2015 e 2016 – anni in cui la proprietà era di Finalfa srl, con presidente Sergio Cassingena – risultereb­bero con gli utili gonfiati, alle voci del merchandis­ing, giocatori e diritti televisivi. E non è escluso che possano emergere anche altre, eventuali, «anomalie», pure nelle gestioni che si sono succedute, da Pastorelli alla recentissi­ma sotto l’egida di Sanfilippo. Va comunque detto che il bilancio 2017 non è ancora stato approvato e quindi non è stato depositato.

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy