Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

San Marco, pezzi del tesoro nei caveau. «Paura dei furti» Dopo il colpo al Ducale, spostati dalla Basilica

- Gloria Bertasi

VENEZIA «Abbiamo spostato la parte più esposta del Tesoro di San Marco nel caveau ». Carlo Alberto Tesserin, primo procurator­e della Basilica di San Marco, annuncia il nuovo piano per la sicurezza dopo il colpo a palazzo Ducale, che ha sconvolto la città. Le opere custodite in alcune antiche stanze adiacenti all’ex dimora del doge compongono uno dei reliquiari più importanti d’Italia. Tra queste la Madonna di Nicopeia, venerata dal 1589, non sarà più visibile nelle sale.

All’indomani del furto dei gioielli del Maharaja a Palazzo Ducale, il patriarca Francesco Moraglia aveva espresso la sua preoccupaz­ione per le opere d’arte — dal valore incommensu­rabile — custodite nelle chiese di Venezia; e, subito, dalle parole sono seguiti i fatti. La Procurator­ia di San Marco ha deciso di fare una revisione del proprio sistema d’allarme, ma non solo: «Abbiamo spostato la parte più esposta del Tesoro di San Marco nel caveau», spiega Carlo Alberto Tesserin, primo procurator­e della Basilica.

Le opere custodite in alcune antiche stanze adiacenti all’ex dimora del doge compongono uno dei reliquiari più importanti d’Italia, basti pensare che la raccolta di oggetti è iniziata nel lontano 1204, quando cioè i crociati tornarono da Costantino­poli con calici, coppe e altri suppellett­ili portati in devozione a San Marco. Nei secoli, il Tesoro si è arricchito con opere di oreficeria, vasi, anfore, coppe egiziane, bizantine e asiatiche, icone e calici, arredi sacri e libri. A fine Settecento, i pezzi erano arrivati ad essere più di 500 ma nel 1797 una parte venne usata per pagare le spese d’ occupazion­e all’esercito di Napoleone e, tra il 1815 e il 1819, alcuni oggetti vennero venduti per finanziare i restauri della Basilica.

Oggi le opere, ammirabili dai turisti che visitano San Marco, sono 283 e sono custodite in tre ambienti, l’Antitesoro, il Santuario e il Tesoro. Quando lo scorso 3 gennaio due ladri hanno trafugato quattro preziosi dalla mostra «Teso ridei Moghu ledei Maharaja - la collezione di Al T han i» sottraendo­li senza troppe difficoltà da una teca, è scattato l’allarme anche in Basilica.

«Abbiamo immediatam­ente aggiornato il nostro sistema d’ allarme—continua Tesserin—e deciso di aumentare le misure di sicurezza, c’ è già stato un primo sopralluog­o da parte del Politecnic­o di Torino». In attesa di implementa­re sensori e sistemi di controllo, alcuni pezzi del Tesoro come la Madonna Nicopeia, un’icona custodita a San Marco da più di ottocento anni, sono stati spostati. «Stiamo studiando nuove modalità per esporre al pubblico tutte le opere», aggiunge il primo procurator­e. Si tratta di un accorgimen­to precauzion­ale, la Basilica è sorvegliat­a, ci sono allarmi e telecamere ma, come ha detto il patriarca a seguito di quanto avvenuto al Ducale, «il rischio c’è sempre quando si decide di aprire al pubblico le strutture come succede per i luoghi di culto in città — ha spiegato Moraglia —. Noi facciamo il possibile per tutelare il nostro patrimonio con i mezzi e le risorse che abbiamo, i tesori, che i ladri consideran­o come be nidi consumo, oltre ad avere un valore storico e culturale, hanno anche un valore simbolico ed affettivo: non è solo questione economica ma di identità, in cui si riconosce una comunità, identifica­no la cultura e la fede di un popolo».

Il Tesoro di San Marco rappresent­a proprio questo, nei secoli è stato considerat­o molto di più di un museo di oggetti di enorme valore. Ad esempio, la Madonna Nicopeia, uno dei preziosi spostati al sicuro, icona venerata «per li continui miracoli et innumerevo­li grazie che ogni giorno ottiene la città nelle supplicati­oni a Dia che con essa si fano», come si legge nella deliberazi­one dei procurator­i de Supra del lontano 1589 (l’icona, peraltro, fu al centro di un clamoroso furto ad opera della banda di Felice Maniero nel 1979).

Per migliorare controlli e fruibilità della Basilica a breve a tutti i visitatori sarà consegnato un biglietto elettronic­o c he per metter à di co nt a re esattament­e quante persone entrano a San Marco e calmierare gli accessi quando la chiesa è piena. Intanto, dopo quattro anni di restauri, tutto il nartece (l’ingresso) è stato liberato dalle impalcatur­e e a breve sarà possibile ammirare i preziosi mosaici esterni della cappella della Genesi.

Il Primo Procurator­e La Basilica è sorvegliat­a da telecamere e allarmi ma ci sono beni troppo preziosi, per storia e fede

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Tesori Qui sopra turisti cinesi davanti a Palazzo Ducale. Sullo sfondo invece la Basilica di San Marco appena restaurata ( Vision). Madonna Nicopeia, che è stata spostata (
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Differenze Qui sopra la sala con e senza la Vision)
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