Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Candidati leghisti oggi dal notaio Pd, i big in corsa nell’uninominale
Giallo sul seggio (forse due) alla «quarta gamba». Tosi nel proporzionale a Verona
Depositati i simboli, resta ai partiti ancora una settimana per decidere chi candidare e dove, il più arduo dei compiti per i segretari alle prese con le richieste dei big, a caccia della conferma, e quelle della base, che invece spinge per il rinnovamento.
Lega
Accusati da alcuni colonnelli di gestire la faccenda un po’ troppo in segreto, in un continuo gioco di rimpallo con i segretari provinciali che a loro volta dicono di sapere poco niente, il presidente della Liga Massimo Bitonci e il segretario Gianantonio Da Re hanno dato appuntamento agli aspiranti parlamentari oggi, nella sede di Noventa Padovana, perla firma dell’accettazione della candidatura davanti al notaio. Do pola chiusura dell’accordo a livello nazionale, infatti, nel centrodestra inizia a comporsi il quadro pure a livello locale e al Carroccio dovrebbero spettare 16 o 17 collegi sicuri nell’uninominale. La metà, per le quote rosa, sarà appannaggio delle donne: corrono l’uscente Stefani, le sindache Fantuz, Colmellere, Fregolent e Lazzarini, la vicepresidente del partito Andreuzza, la consigliera comunale a Verona Bocchi, l’eurodeputata Bizzotto. In quota azzurra, invece, oltre allo stesso Bitonci, i segretari provinciali Ostellari, Coin, Paternoster e Vallotto, l’uscente Busin, l’ex senatore Franco e l’ex assessore regionale Manzato.
Forza Italia
Da ieri anche il coordinato- re regionale di Forza Italia Adriano Paroli è rinchiuso in conclave, anche qui in gran segreto perché i posti (sempre nell’uninominale) sono 8, forse 9, molti saranno gli scontenti ed è meglio non alimentare malumori prima del tempo. Per la quota rosa si parla delle uscenti Milanato e Casella ti( ora alCsm),dell’ e uro parl amen tareGard in i,d ell’ assessore regionale Dona zz an;tragliu omini, i nomi sono quelli di sempre:gl ius ce ntiGh ed in i, Brunetta, Marine Zanettin (pure lui ora al Csm), il vicecoordinatore Cortelazzo, l’ex deputato Paniz.
Fdi e «quarta gamba»
Per Fratelli d’Italia resta in pole Sergio Berlato, mentre il secondo seggio scaturito dall’accordo nazionale potrebbe andare a Maria Cristina Caretta, braccio destro di Berlato nell’associazione di cacciatori Acv, oppure a Marina Buffoni, ex assessore comunale a Padova. Poi c’è il caso «Noi con l’Italia», tutto da decifrare. Da Re e Paroli insistono nel dire che la «quarta gamba» del centrodestra non avrà neppure uno dei 28 seggi blindati del Veneto, secondo lo schema 17-9-2 che vi abbiamo appena illustrato. L’accordo di coalizione chiuso a Roma venerdì sera tra Tajani, Giorgetti e La Russa, però, pare preveda nella nostra regione, nell’ambito della ripartizione nazionale tra le quattro forze, un posto sicuro già destinato all’ex viceministro dell’Economia Enrico Zanetti. Non solo: un secondo potrebbe scattare nel caso in cui cadesse qui uno degli ulteriori 10 posti promessi da Ber l us co ni a i centristi, a discapito di Forza Italia. In questo caso, a contenderselo sarebbero il presidente dell’Udc Antonio De Poli (che visto il ruolo nazionale potrebbe però essere candidato pure fuori regione) e l’ex senatrice Patrizia Bisinella in quota Tosi, visto che l’ex sindaco di Verona correrà, con buone probabilità di farcela, come capolista nel proporzionale a Verona.
Pd
Detto che il Movimento Cinque Stelle presenterà i vincitori delle Parlamentarie oggi a Pescara, resta da capire quel che succede nel Pd. I nodi delle candidature di corrente, Martella-Camani per Orlando (col primo che necessiterebbe di un’apposita deroga avendo già fatto quattro legislature) e Romeo per Emiliano, ancora non sono stati risolti. I nomi in campo, dunque, rimangono quelli già circolati: Rotta, Moretto, Sbrollini, Puppato in quota rosa (sembra invece definitivamente out Rubinato, che ha declinato l’invito del trentino Dellai a candidarsi nella sua Civica Popolare); Baretta, De Menech, Zan, Santini, Crivellari tra gli uomini. Tramontata l’idea di candidare qui il ministro dell’Interno Minniti, difficilmente in Veneto, dove si rischia il cappotto del centrodestra, verranno catapultati big nazionali. Sembra invece certo che i big locali, che avranno il posto sicuro da capilista nel proporzionale, dovranno correre anche nei relativi collegi uninominali, ringraziando per la fiducia mettendoci la faccia là dove la
mission è davvero impossible.