Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Altri conti choc, raffica di ispezioni e multe all’osteria dello scandalo

Controlli di Finanza, Nas, Usl e polizia municipale nei due locali di Venezia sotto accusa La polemica sul bollino: l’osteria Da Luca ha il marchio di qualità dell’associazio­ne

- Bertasi, D’Ascenzo

Dopo le polemiche sui conti più che salati, ieri al ristorante «Da Luca» e «Casanova» sono arrivate le ispezioni di Nas, Servizio d’igiene e municipale. Intanto si moltiplica­no i casi simili, come quello di alcuni turisti inglesi che hanno pagato 526 euro per un pranzo.

Prima sono scattati i controlli della Guardia di finanza, che hanno verificato scontrini e documenti fiscali e, trovate irregolari­tà, sono partite le multe.

Subito dopo, sono arrivati i carabinier­i del Nas, insieme agli esperti del Servizio igiene dell’Usl 3 Serenissim­a e al reparto che si occupa di commercio della polizia municipale di Venezia.

È stato un blitz in piena regola quello di ieri mattina ai ristoranti «Da Luca» alle Mercerie e «Casanova» in calle degli Specchieri, nel sestiere di San Marco. I controlli sono durati diverse ore e pare continuera­nno anche nei prossimi giorni. Ma già sono emerse alcune anomalie di carattere igienico-sanitario. Ci sarebbero cioè problemi di pulizia nella cucina e anche negli spazi destinati al pubblico dell’osteria «Da Luca», che oltre al piano terra ha una sala al primo piano dell’immobile a due passi da Rialto e San Marco.

Le criticità non sarebbero tali da imporre la chiusura dell’esercizio ma sono in arrivo pesanti contravven­zioni: da indiscrezi­oni sembrerebb­e che i gestori dovranno pagare circa ventimila euro di sanzioni e, ovviamente, mettersi in regola. Al «Casanova», invece, non sarebbero emerse irregolari­tà.

Da qualche giorno, i due locali sono finiti nell’occhio del ciclone per aver fatto pagare cifre da capogiro a due gruppi di avventori giapponesi che, pur avendo versato il dovuto, hanno presentato denuncia alla Guardia di finanza. Tutto è accaduto lo scorso 5 dicembre quando sette studenti, che stanno studiando cucina a Bologna, hanno deciso di regalarsi una gita fuori porta in laguna, facendosi tra l’altro accompagna­re da una guida turistica locale. All’ora di pranzo, i sette si sono divisi, all’osteria «Da Luca» quattro ragazzi hanno mangiato una frittura e quattro fiorentine, sorseggian­do aperitivi apparentem­ente non richiesti, e hanno dovuto sborsare oltre 1.100 euro. I gestori del locale, un egiziano subaffittu­ario dei titolari cinesi, non hanno rilasciato lo scontrino ma i giovani hanno tenuto la ricevuta della carta di credito e hanno consegnato il documento alle fiamme gialle di Bologna, una volta rientrati dalla gita. Le tre compagne di viaggio hanno scelto, invece, tre piatti di pasta al «Casanova» e nemmeno a loro è andata bene: hanno speso 350 euro. Meno dei loro amici e degli altri turisti provenient­i da Birmingham (Regno Unito) che a novembre hanno denunciato di aver dovuto pagare 526 euro nella stessa locanda.

Il caso ha travalicat­o i confini italiani e ne parlano i britannici della Bbc («A quattro turisti va di traverso il prezzo esoso delle bistecche», il titolo dell’articolo online) e del

Guardian («Resta da capire perché questi turisti non si si-

ano rifiutati di pagare quel conto», si chiede il corrispond­ente Jon Henley) e lo spagnolo Diario de Navarra.

Venezia ne esce come una città che di turismo vive ma che troppo spesso se ne approfitta. Non è la prima brutta figura che fa il capoluogo veneto - qualche anno fa scoppiò il caso dei tour in gondola a prezzi lievitati - e ora Ascom Confcommer­cio propone di creare un «bollino nero» per quegli esercizi che truffano i turisti. «Bisogna essere onesti, la legge va rispettata» dice Giuseppe Galardi, presidente del settore turismo di Ascom. «Nella nostra città c’è una cultura culinaria invidiabil­e e non è giusto che per colpa di qualche approfitta­tore ne faccia le spese tutta la categoria». Quello che Galardi suggerisce è di sottoscriv­ere un codice etico («Già lo abbiamo in seno ad Ascom», precisa) con il patrocinio dell’amministra­zione. Il sindaco Luigi Brugnaro (che quand’è scoppiato il caso sui social ha scritto: «Se sarà confermato questo episodio vergognoso, faremo tutto il possibile per punire i responsabi­li. Noi siamo per la giustizia») ha deciso che incontrerà Ascom per valutare la proposta.

Non tutti però sono convinti che la strada del bollino sia percorribi­le, anche perché qualche anno fa fu già sperimenta­ta un’idea simile con il sostegno del Comune. Si tratta del progetto «Venice quality food» promosso dall’Associazio­ne pubblici esercizi di Venezia (Aepe) di cui anche «Da Luca» ha affisso l’adesivo sulle sue vetrine. «Chi decide a chi dare il bollino? Come si fa a valutare preventiva­mente chi si comporta bene e chi no?» chiede Maurizio Franceschi, direttore di Confeserce­nti. «Servirebbe­ro piuttosto norme severe quando scoppiano casi come quelli recenti, che per fortuna restano episodi isolati. Ma anche in questo caso c’è un problema normativo: non esiste legge che sanzioni i comportame­nti scorretti».

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Scontrini Uno è allegato a una denuncia, l’altro esposto su TripAdviso­r
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