Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
«Del Din», il Comune mette il turbo sulla bretella bocciata dall’Unesco
Collegamento tra base Usa e variante del Pasubio, Variati accelera: «L’opera serve»
I fondi Presto la richiesta di fondi al Governo
Bocciata dall’Unesco, il Comune la fa risorgere. E anzi, accelera pure: la bretellina che dovrà collegare la variante alla provinciale 46 «del Pasubio» alla base militare americana «Del Din» entrerà nell’atto ingiuntivo che Palazzo Trissino sta disegnando con Governo, Regione e Anas per ottenere i fondi necessari al prolungamento di via Aldo Moro. A fianco del tratto di tangenziale a est, infatti è atteso pure il via libera per la bretellina alla «Del Din», al fine di superare l’empasse creato dalle critiche all’opera da parte dell’Unesco. «L’ente mondiale - dichiara il sindaco, Achille Variati - teme soprattutto che quella sia il primo passo per i tratti a nord della futura tangenziale, ma al momento non sarà così».
Per capire meglio occorre fare un passo indietro: nel 2015, all’atto di approvazione del progetto definitivo della bretella dell’Albera - 86 milioni di euro per un’arteria da 5,3 chilometri da viale del Sole a Costabissara - era prevista pure la realizzazione della bretellina di collegamento fra quest’opera e la base Usa «Del Din»: una strada di 1,4 chilometri con uno svincolo e in grado di collegare la base americana alla variante alla 46 in località Moracchino di Costabissara, che sarebbe stata costruita con il ribasso d’asta dei fondi dell’opera viaria principale.
Passano gli anni, la bretella dell’Albera s’incaglia sugli ostacoli che allungano i tempi burocratici di Anas e nel frattempo in città esplode il casoUnesco, con l’ente mondiale che nel 2017 avvia gli ispettori nella città del Palladio per valutare l’impatto che alcune opere potrebbero avere sul sito Unesco «La città di Vicenza e le ville del Palladio». Gli esperti guardano in modo particolare alla base Usa «Del Din», al progetto della Tav e al complesso di Borgo Berga, ma allargano lo sguardo anche ad altre opere, fra cui proprio il «Completamento della tangenziale di Vicenza», che prevede la variante alla 46 «del Pasubio», i tratti a est e a nord e - appunto - la bretellina. Dopo aver bocciato i tratti a nord (lotti e 3 4), l’Unesco spende parole negative anche sulla bretellina, che nella relazione alla missione in città definisce «ingiustificata per i livelli di traffico previsti e a rischio allagamenti».
Da qui, in sostanza, il blocco dell’opera, di cui non si parla più, almeno finché, nei giorni scorsi, la notizia dell’imminente apertura dei cantieri per la variante alla 46 non la riporta in auge. «Noi andremo avanti e la realizzeremo dichiara Variati - perché crediamo che sia utile a sgravare il traffico non solo da e per la base ma anche di tutta la zona di Caldogno». Nei piani del primo cittadino, infatti, la bretellina sarà «più leggera» e dotata di uno svincolo per raccogliere i flussi di traffico da Caldogno (via degli Aeroporti e strada di Lobia) e convogliarli sulla variante alla 46. «Inoltre - osserva Variati l’uscita a nord della base era una condizione necessaria per sgravare dal traffico militare le arterie di viale Dal Verme e viale Diaz».
Da qui l’esigenza di ottenere l’ok del Governo attraverso l’atto ingiuntivo anche con Regione e Anas per superare, di fatto, la bocciatura dell’Unesco. «Quella strada – precisa il sindaco – potrà essere utile se le prossime amministrazioni, in futuro, dovesse decidere di realizzare anche i lotti 3 e 4 della tangenziale vicentina».