Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
«Tarocchi Dop» e intese commerciali Coldiretti contro l’Ue
Il rischio paventato da Coldiretti Vicenza è quello di «svendere l’identità dei territori». E il riferimento va, anche, al nome del formaggio di Asiago. Il celebre prodotto Dop (Denominazione di origine protetta) è infatti nella lista dei principali «tarocchi Dop» stilata da Coldiretti in occasione degli accordi di libero scambio sottoscritti dall’Unione europea con Paesi come il Canada, il Giappone e le nazioni sudamericane. «Con questi accordi si legalizza l’agropirateria alimentare denuncia Coldiretti Vicenza - che fattura ogni anno sessanta miliardi utilizzando il nome di celebri prodotti alimentari italiani contraffatti». La denuncia è stata lanciata dall’associazione di categoria in occasione della presentazione del quindicesimo «Rapporto Ismea - Qualivita 2017», che prende in esame i prodotti Dop-Igp (Indicazione geografica protetta) italiani in relazione alle esportazioni e alla loro presenza sugli scaffali dei Paesi esteri. Il sistema conta 818 specialità tutelate per un giro d’affari di 14,8 miliardi di euro,a cui però si affianca, secondo Coldiretti, tutto un altro mondo di «tarocchi». «Due prodotti alimentari di tipo italiano su tre dichiara il presidente di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola - sono falsi. E fra questi anche il formaggio Asiago». Nella lista dei prodotti che registrano un maggior numero di imitazioni, infatti, ci sono i salumi come il prosciutto San Daniele, l’olio extravergine di oliva, il pomodoro San Marzano e i formaggi. E fra questi il celebre Asiago Dop: il prodotto caseario tipico dell’altopiano è affiancato dai celebri Parmigiano reggiano, Grana padano, Provolone, Gorgonzola, e secondo l’associazione di categoria «è in testa nella classifica fra i prodotti più taroccati all’estero». E infine l’appello alla politica: «Ad aprire la strada alla contraffazione – sottolineano a Coldiretti Vicenza - è stato il Trattato di libero scambio con il Canada, dove sono falsi quasi nove formaggi di tipo italiano in vendita su dieci. L’accordo è già entrato in vigore a livello europeo lo scorso settembre, ma il Parlamento italiano che uscirà dalle elezioni ha la possibilità di non ratificarlo».