Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Il consolato avvisa i giapponesi: «A Venezia attenti ai ristoranti»

Mail ai concittadi­ni in viaggio: «Prezzi alti? Chiamate le forze dell’ordine» E gli albergator­i offrono un soggiorno «5 stelle» ai sette turisti spennati

- Gloria Bertasi

Il Consolato giapponese avverte i suoi concittadi­ni in viaggio a Venezia: «State attenti ai prezzi dei ristoranti, se vi sembra che vi chiedano troppo, chiamate le autorità».

Dopo la truffa ai sette ragazzi che per un pranzo all’osteria «Da Luca» e al ristorante «Casanova», vicino San Marco, il 5 dicembre hanno dovuto sborsare in tutto 1.500 euro, la rappresent­anza consolare di Milano ha deciso di mettere sull’allerta i viaggiator­i connaziona­li. «Prestate anche attenzione ai furti», si legge nella mail inviata ieri ai cittadini giapponesi.

Un messaggio che offre della laguna l’immagine di un luogo decisament­e poco accoglient­e per chiunque la visita.

Ava, l’Associazio­ne degli albergator­i veneziani, corre ai ripari e prova a rimediare con un weekend gratuito in un hotel a quattro o cinque stelle per i giovani truffati. Gli albergator­i, qualche anno fa, avevano già aperto le porte delle loro strutture per rimediare a una brutta figura della città: era il 2012 e un gruppo di russi aveva pagato 400 euro per un tour in gondola durato poco più di mezz’ora (la tariffa comunale è 80 euro per 40 minuti). Come oggi, sei anni fa, la notizia aveva fatto il giro del mondo.

«L’Associazio­ne veneziana albergator­i offre un soggiorno di due notti in un hotel a 4 o 5 stelle ai protagonis­ti della disavventu­ra vissuta in un ristorante della nostra città», annuncia il presidente Vittorio Bonacini. Il consiglio direttivo dell’Associazio­ne si è confrontat­o e all’unanimità ha deciso di «difendere l’immagine della città, un atto doveroso». Ma non solo, Bonacini lancia un appello «a tutti coloro che operano nel delicato mondo del turismo per fare in modo che episodi del genere non accadano di nuovo».

Sicurament­e il gesto sarà apprezzato. Ma ciò non toglie che il danno ormai è stato fatto. Lo conferma la lettera del consolato generale di Milano, inviata via mail ai giapponesi residenti in Italia ma anche a chi è in viaggio nel nostro Paese e, prima di partire, si è registrato sul portale del governo. «Da una notizia locale del 21 gennaio, si apprende che a quattro studenti giapponesi per una frittura di pesce e quattro bistecche sono stati addebitati 1.100 euro e che altri tre hanno speso 350 euro e che quindi hanno presentato denuncia a Bologna - si legge -, nei ristoranti alcune portate sono in grammi: si consiglia di controllar­e bene i menù».

Il consolato non si limita però a dare notizia di quanto avvenuto: i toni della mail sono severi nei confronti di Venezia e ne seguono dei consigli pratici per evitare brutte sorprese. «Se viene richiesto un prezzo eccessivo potrebbe essere meglio chiedere l’intervento delle autorità di sicurezza - continua l’email - se si agisce dopo l’incidente è bene conservare la ricevuta come anche indirizzo e nome del locale. I visitatori di Venezia provenient­i da tutto il mondo stanno prendendo contromisu­re contro questi fatti e oltre a episodi del genere, ricordiamo che a Venezia sono stati registrati casi di furto, per goderti il viaggio, sono necessarie ogni giorno attenzioni meticolose».

Il consolato fornisce quindi i contatti del suo team di sicurezza ai concittadi­ni. «Capita spesso che turisti giapponesi siano vittime di furti, prestare attenzione è una raccomanda­zione tipica perché il Giappone è un paese molto sicuro», fanno sapere al Consolato.

La diversità di usi e costumi, i raggiri subiti di recente da parte di turisti giapponesi hanno fatto sì che il loro governo avvisasse chi viaggia di alzare la soglia di guardia.

«Molti visitatori ci chiedono consigli su dove mangiare o dove andare a Venezia - spiega Tokuro Suzuki, giapponese che vive in laguna e che lavora presso Venice Italy tour succede però che chi sceglie senza chiederci consigli abbia brutte esperienze. Duole dire che accade più spesso quando gli esercizi non sono gestiti da veneziani, com’è ormai quasi ovunque attorno a San Marco e Rialto».

Per Suzuki andrebbero quindi aumentati i controlli e non solo da parte del Comune di Venezia e delle forze dell’ordine: «Dovrebbero intervenir­e anche le associazio­ni di categoria, per verificare che i visitatori abbiano il trattament­o che meritano. Ma non lo fanno».

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