Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Candidato M5s tagliato: «Affari con i migranti»
«Avvertita» la no-vax. In pista con Di Maio gli avvocati del crack popolari. Csm, via libera al giudice Mascolo
Di Maio cancella dalle liste del M5s il candidato vicentino proprietario di un hotel che ospita migranti. Intanto continuano le trattative nei partiti.
«Se ci sono persone VENEZIA legate a particolari ambienti politici o che non ci convincono per una serie di dinamiche che ruotano attorno a loro, le escluderemo dalle liste. Dobbiamo tutelare il gruppo che sarà chiamato a governare il Paese». Luigi Di Maio la spiega così, quasi fosse una vicenda tutto sommato marginale, la cancellazione dalle liste per il proporzionale alla Camera e al Senato di 14 candidati che pure avevano regolarmente vinto le Parlamentarie su Rousseau. D’altronde, ha proseguito il capo politico del Movimento Cinque Stelle, «chi si è candidato con noi ha firmato un regolamento che prevede che le liste pubblicate siano provvisorie fino alla presentazione», attesa in Veneto per domani.
A fare le spese del repulisti (ma nel Movimento preferiscono parlare di «controllo qualità») è stato nella nostra regione il vicentino Gedorem Andreatta, candidato nella sua provincia alla Camera dopo che nelle votazioni su Rousseau si era piazzato al secondo posto alle spalle dell’imprenditrice agricola Sara Cunial. Bocche cucite tra i vertici, irreperibile Jacopo Berti che di Di Maio è il plenipotenziario (lui sta vagliando le carte presentate dai candidati per verificarne regolarità e «compatibilità» con lo spirito e il programma del M5s), irraggiungibile lo stesso Andreatta che sembra abbia avuto precise indicazioni al riguardo dallo «Staff», il motivo dell’esclusione dell’ex consigliere comunale di Marostica è però facilmente intuibile: nel maggio scorso finì infatti al centro di molte polemiche perché a lui è riconducibile la proprietà dell’Hotel Adele di Vicenza, utilizzato per l’accoglienza dei migranti. Una vidi cenda rispolverata in questi giorni dai leghisti, dal presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti al capogruppo Nicola Finco, capitanati da Matteo Salvini: «Ve lo ricordate Gedorem Andreatta, l’albergatore di Vicenza che faceva soldi ospitando clandestini? Verrà candidato in Parlamento con i 5 Stelle!» scrive Salvini su Facebook. E il post in poche ore incassa 8,4 mila «mi piace», 7,8 mila condivisioni, 1,7 mila commenti. Facile che Di Maio abbia deciso di risolvere subito il problema, evitando guai futuri.
E a rischiare grosso è stata anche Lucia Giuliano, candidata trevigiana vicina al mondo «No-Vax» a cui pare sia stato «vivamente consigliato» non affrontare l’argomento in campagna elettorale e di ricordare, come scritto da Beppe Grillo sul suo Blog, che «il Movimento è per la massima copertura vaccinale». Viceversa, altro colpo di penna e via.
Archiviato il disappunto per la candidatura dell’imprenditore Fabio Franceschi con Forza Italia (Di Maio aveva visitato solo un mese fa il suo stabilimento di Trebaseleghe, tra mille sorrisi e strette di mano) i Cinque Stelle stanno chiudendo anche i nomi per i collegi uninominali, dove secondo i sondaggi potrebbero fare l’exploit conquistando due o tre seggi. Qui circolano molti nomi dell’associazionismo e del volontariato ma soprattutto di paladini dei risparmiatori stritolati nel crack delle ex banche popolari, dall’avvocato trevigiano Andrea Arman del comitato di Don Torta a quello veneziano Enrico Schenato di Altroconsumo. «Non ci interessano le vedette, vogliamo persone con consensi radicati» spiegano i pentastellati.
Quanto agli altri partiti, è psicodramma Pd, rinchiuso in direzione fino a notte fonda con l’obbligo di trovar posti oltre che per le correnti pure per gli alleati, girandola di nomi tra Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia (con le new entry Simone Furlan dell’Esercito di Silvio, Vito Comencini per la Lega veronese, Adolfo Urso tra i Fratelli), il «parisiano» Domenico Menorello dovrebbe essere candidato a Roma mentre in Noi con l’Italia pare che l’ex viceministro all’Economia Enrico Zanetti possa essere catapultato nel collegio di Genova (con un disappunto tale dell’interessato che potrebbe sfociare nel rifiuto).
Infine, il giudice di Treviso Angelo Mascolo ha ottenuto ieri dal Csm il via libera all’aspettativa che gli consentirà di candidarsi. Celebre per la sua invettiva contro «lo Stato che non c’è», culminata con l’annuncio di volersi armare, ieri sera era già in pista a Treviso protagonista di un evento dedicato alla legittima difesa con Stacchio, Zancan e Pellicciardi, vittime di crimini violenti. Lo stesso Csm, peraltro, il 12 aprile lo giudicherà nell’ambito di un processo disciplinare nato da una sua intervista ad un quotidiano: «Il rinvio rispetto alla data prevista (lunedì, è stato chiesto dalla procura generale della Cassazione. Io non avevo chiesto nulla, sono abituato e rispondere delle mie azioni»,