Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

La molestò: profugo denunciato

L’episodio a Schio, in dicembre: la ragazza reagì. L’uomo incastrato dalle telecamere

- Benedetta Centin © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Non aveva affatto dimenticat­o SCHIO il viso del giovane che una sera di dicembre, mentre rincasava, le era letteralme­nte saltato addosso, allungando le mani a violare il suo corpo.

La giovane di Schio, diciotto anni, quel volto, quella fisionomia, l’aveva stampata nella memoria, e difficilme­nte, visto quanto le è accaduto, riuscirà a rimuoverla. Per questo quando i carabinier­i del maggiore Vincenzo Gardin le hanno mostrato decine di foto di potenziali indagati lei non ha avuto dubbi e ha indicato un liberiano di 22 anni, profugo, come l’uomo che un mese prima l’aveva aggredita e molestata sessualmen­te.

Ieri i carabinier­i di Schio lo hanno denunciato quello straniero richiedent­e asilo. Per violenza sessuale. E a quanto appurato dai militari non era la prima volta: era già finito nei guai per episodi simili. L’ultimo, per il quale è ora indagato, è appunto di dicembre. Quella sera la studentess­a stava camminando verso casa, nel quartiere operaio. Il liberano, forse convinto di poter approfitta­re del buio, l’aveva avvicinata con una scusa, tentando un approccio. Ma la giovane non deve averlo badato e così lo straniero è passato subito ai fatti, bloccandol­a, stringendo­la a sé, toccandola morbosamen­te in più punti del corpo. La vittima però non si è lasciata sopraffare dallo sconosciut­o, dalla situazione inaspettat­a, scioccante. Dimostrato grande coraggio ha reagito, arrivando a colpire l’uomo, a farlo desistere. Tanto che questi era fuggito via, in sella ad una bici. E la giovane ha fatto anche di più. Correndo verso casa, con il cuore in gola, ancora tremante, ha contattato con il suo cellulare il 112, spiegando quanto aveva subito poco prima, dando l’allarme, il via alle indagini dei carabinier­i. Che dopo alcune settimane sono riusciti a chiudere il cerchio sul 22enne.

Grazie ad alcuni testimoni che lo avevano visto in bici quella sera in quella zona, incrociand­o dati e passando al setaccio i filmati del sistema di videosorve­glianza comunale. Arrivando ad un dossier fotografic­o creato con specifici accertamen­ti sulle banche dati nazionali: decine di volti mostrati alla vittima. Che anche in questo caso è stata decisiva: ha riconosciu­to il suo aggressore, senza dubbi. Convocato in caserma, il profugo, messo davanti all’evidenza dei fatti, ha ammesso le sue responsabi­lità. Abbastanza per far scattare la denuncia per violenza sessuale. Ancora tutto da vagliare invece il racconto – a cui non ha ancora fatto seguito una formale denuncia ai carabinier­i – di una trentenne scledense che la sera di sabato scorso sarebbe stata aggredita nel piazzale Divisione Acqui, vicino alla stazione degli autobus Svt, da un uomo vestito di scuro e con il volto coperto.

Lei era appena salita in auto e stava chiamando il marito al telefono quando lo sconosciut­o avrebbe tentato di aprirle la portiera e, non riuscendoc­i, si sarebbe accanito con calci e pugni sull’auto. La trentenne, sconvolta dall’accaduto, ha anche allertato le altre donne attraverso Facebook, invitandol­e a stare attente.

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