Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Ospedale, incubo batterio killer Oggi autopsia sull’ultima vittima
Decesso Benedetti: indagate due dottoresse del reparto di Chirurgia
BASSANO
Un altro paziente del San Bassiano stroncato da una vasta infezione, pare dovuta al batterio Klebsiella Pneumoniae contratto in ospedale. Se confermato, sarebbe il secondo in meno di venti giorni. Il quinto dal 2012. Per ora solo più di sospetto, quello legato alla morte del 77enne Giovanni Benetti avvenuta martedì nell’ospedale di via dei Lotti, nel reparto di geriatria. Forte sospetto dei parenti che potrà trovare eventuale conferma con l’autopsia disposta dalla procura di Vicenza e in programma per oggi.
L’unica certezza, al momento, è che dopo l’esposto presentato dai tre figli del professore di matematica in pensione residente in quartiere Firenze, il sostituto procuratore Claudia Brunino ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo e indagato come atto dovuto due medici di chirurgia vascolare che lo avevano avuto in cura e cioè le dottoresse Elisa Galzignan ed Elena Molon.
«Vogliamo capire come è morto papà, se sia stato fatto tutto il possibile per lui» hanno fatto sapere i figli Michele, Stefano e Giorgia che si sono affidati all’avvocato Giannantonio Stangherlin. Legale che aveva già assistito i parenti di uno dei tre pazienti oncologici morti tra gennaio e febbraio del 2012 al San Bassiano per il batterio Klebsiella, contratto durante l’intervento di termoablazione, nel reparto di gastroenterologia. Il cui primario è ora indagato per la morte, avvenuta il 5 gennaio, di Domenico Zarpellon, ingegnere bassanese di settant’anni stroncato, secondo i primi esiti dell’autopsia, dallo stesso batterio killer durante il ricovero in ospedale. Tragedia, questa, a seguito della quale il Governatore Luca Zaia aveva inviato al San Bassiano gli ispettori regionali.
Ora, se confermato, potrebbe esserci l’ennesimo caso. Benetti aveva iniziato il suo calvario il 14 settembre scorso, quando era stato ricoverato in via dei Lotti per una trombosi alla gamba sinistra che aveva reso necessario un intervento con l’innesto di un by-pass femorale. Nei due giorni successivi l’ex professore era tornato in sala operatoria, per altrettanti interventi dovuti, pare, a delle complicazioni. Due mesi dopo era stato trasferito nell’ospedale di comunità di Marostica dove però le sue condizioni non erano migliorate tanto che i figli lo trasferirono all’ospedale di Castelfranco, dove qualche giorno dopo i medici gli avevano amputato la gamba.
Il 10 gennaio un nuovo trasferimento a Marostica – su disposizione del centro operativo territoriale – quindi nel reparto di geriatria di Bassano. Dove è morto, a quanto pare a causa di una sepsi. Ma le risposte certe si avranno solo con l’autopsia, che verrà eseguita oggi dal medico legale nominato dal pm, che ha anche disposto il sequestro delle cartelle cliniche.
All’esame parteciperanno anche i consulenti nominati dai figli di Benetti, dalle due dottoresse indagate e dall’Usl 7 che ha garantito «massima collaborazione, disponibilità e totale trasparenza con le autorità. Ogni accertamento offre ulteriori elementi di chiarezza, necessari in simili contesti» il commento della direzione dell’azienda sanitaria.
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