Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Quindicenn­e si getta dal ponte il giallo di un amore osteggiato

Le era stato tolto il telefonino. L’appello Facebook, le ultime parole: «Torno a casa»

- Zambon

È morta dopo un volo BELLUNO di sessanta metri verso le ac- que del Piave, da un ponte maledetto, quello di Cadore, scelto da tanti suicidi. Vittima una quindicenn­e di Sappada. Al momento non si sta lavorando a ipotesi diverse da quella di un gesto volontario anche se, in mancanza di biglietti o messaggi della ragazza, in linea teorica non si può escludere un incidente. L’allarme è stato dato dalla famiglia venerdì sera, la giovane non era rientrata a casa ed era senza telefonino, tolto dopo una discussion­e forse per il fidanzatin­o che poco piaceva ai genitori. L’amica «L’ho vista l’ultima volta martedì, mi ha detto che era giù».

Un volo nel SAPPADA (BELLUNO) vuoto. Sessanta metri verso le acque del Piave, da un ponte maledetto, quello di Cadore, scelto da tanti suicidi. È morta così una quindicenn­e di Sappada.

Per una manciata di ore, invece, i genitori e la sorella maggiore hanno sperato in una ragazzata, una fuga da casa dopo l’ultimo bisticcio con la mamma finito con un telefonino «sequestrat­o». Era già successo, nulla di grave. La sorella, molto più grande della ragazzina, ieri mattina aveva condiviso un appello su Facebook: «Mia sorella è sparita ieri pomeriggio, l’hanno vista sul Ponte Cadore e una macchina con la freccia sembrava la stesse aspettando, qualcuno ha visto qualcosa?». In un lampo le condivisio­ni sono state quasi cinquemila, quasi cinque volte gli abitanti di Sappada. Purtroppo non è bastato, secondo gli inquirenti la giovane sarebbe morta già venerdì sera. Al momento non si sta lavorando a ipotesi diverse da quella di un gesto volontario anche se, in mancanza di biglietti o messaggi della ragazza, in linea teorica non si può escludere che in momento di confusione abbia messo un piede in fallo.

L’allarme è stato dato dalla famiglia venerdì sera, la giovane non era rientrata a casa ed era senza telefonino, tolto dopo una discussion­e forse per il fidanzatin­o che poco piaceva ai genitori. Storia semplice e comune. La ragazza, invece, era molto presa dopo dieci mesi di relazione e nonostante le continue rotture e riappacifi­cazioni confidate alle amiche. Cos’è successo di diverso venerdì scorso? La ricostruzi­one delle forze dell’ordine parte da alcune segnalazio­ni ricevute dal comando dei carabinier­i di Cortina. La ragazza studiava all’Ipsa di Pieve di Cadore, la scuola che porta all’occhialeri­a, settore in cui lavora tutta la famiglia. Dopo l’ultima campanella è stata a casa di un’amica e verso le 16.30 ha salutato dicendo che tornava a casa. Ha preso il bus, quello che tornante dopo tornante collega pigro Pieve a Sappada. Non è scesa, come al solito in centro a Sappada, pochi passi da casa, bensì proprio a Caralte. E lì alcuni automobili­sti hanno notato la ragazzina sola, bionda, minuta, un viso dolce acqua e sapone che raccontava meno dei suoi 15 anni, vicino a quel ponte maledetto.

Uno si è addirittur­a fermato per chiederle se avesse bisogno di qualcosa. La giovane ha risposto che stava andando a casa. E poi il black out. La chiamata ai carabinier­i della famiglia e l’immediato allarme al Soccorso alpino di Pieve di Cadore verso le 22.30 di venerdì. Una lunga notte di ricerche disperate per gli uomini del soccorso alpino, i carabinier­i e i vigili del fuoco aiutati anche da unità cinofile. La zona è stata perlustrat­a palmo a palmo, anche sotto il ponte Cadore, niente. Il tragico epilogo ha dovuto attendere la luce di un nitido sabato di sole. Il corpo senza vita della ragazzina era lì, ai piedi di un ponte alto 187 metri. Nel pomeriggio un esame esterno del corpo ha permesso di ricostruir­e che la caduta è stata di 60 metri, la giovane è morta senza agonia: «L’ipotesi è quella del suicidio. C’era stata una discussion­e a casa ma niente di così grave da motivare il gesto – dice il maggiore dei carabinier­i di Cortina, Cristiano Rocchi - Il corpo ora è disposizio­ne della Procura in caso si volesse disporre un’autopsia ma per ora non pare si vada in questa direzione». Se la dinamica appare abbastanza chiara, i motivi che avrebbero spinto una ragazza che gli amici in paese descrivono come «dolcissima, mai fatto uno sgarbo a nessuno, un po’ triste, ultimament­e, sì» restano un mistero. Chissà se c’entrava quel primo amore con un coetaneo che ai suoi non piaceva molto. Un’amica, gli occhi lucidi, racconta: «L’ho vista l’ultima volta martedì, ormai frequentav­a soprattutt­o gli amici di Auronzo, mi ha detto che era giù. Con il suo ragazzo alti e bassi e certo non era contenta del telefonino “sequestrat­o” perché dentro c’erano cose… sue». I «segreti» di una quindicenn­e dentro al telefonino, come quelli di chiunque altro. «C’erano cose molto personali – aggiunge l’amica – lei senza il suo ragazzo diceva di non poter stare, anche se non era sempre facile, era una storia stretta e forse adesso qualcosa era cambiato». Poche parole, mozze per la commozione. Per il pudore. E intanto, ieri pomeriggio, mamma e papà si sono fatti forza per andare ad Auronzo a dare la terribile notizia alla nonna da cui la nipotina passava spesso l’estate. «Increduli – dice un’amica di famiglia – non possono capacitars­i, anzi, a dire il vero non credono la piccola possa aver fatto quel che dicono abbia fatto, non le mancava nulla, sono una bella famiglia, serena. Quei maledetti telefonini»…

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Il dramma Il Ponte Cadore, dal quale una ragazzina di 15 anni si sarebbe lanciata. Il suo corpo è stato ritrovato ieri mattina dal Suem di Pieve di Cadore

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