Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Credito, la Cgia lancia l’accusa: «Ai grandi l’80 per cento degli affidament­i totali» L’associazio­ne artigiani: «Niente soldi ai piccoli, anche se meno rischiosi»

-

Il dato più lampante, dieci punti sopra la media del Veneto e 13 su quella nazionale, è in provincia di Treviso, area per niente neutrale rispetto a quanto è accaduto di recente sullo scenario del credito. Al 30 settembre 2017 il primo dieci per cento dei destinatar­i di affidament­i bancari avevano ricevuto il 92% del denaro che era stato prestato, quota che vale l’82% su base veneta e l’80% in Italia. Tanti soldi a pochi, in sostanza, la qual cosa non sarebbe un peccato non fosse che questi pochi, nella nostra regione, sono anche quelli che generano il 79% delle sofferenze. Il tema, sollevato ieri dalla Cgia di Mestre elaborando dati di Banca d’Italia, non è in realtà nuovo ma assume uno spessore speciale se, come viene fatto notare, fra Montebellu­na e Vicenza, lo scorso anno sono scomparse due delle circa dieci banche liquidate in Italia e senza che questo abbia fatto mutare l’atteggiame­nto di chi decide a chi concedere o non concedere credito.

Quel 10% di soggetti che riceve la fetta più grande di prestiti restituend­o il denaro, quando va bene, con grande difficoltà, insiste Paolo Zabeo, coordinato­re dell’ufficio studi dell’associazio­ne mestrina, «non è costituita da artigiani, piccoli negozianti, partite Iva o piccoli imprendito­ri. In altre parole, le grandi imprese continuano a ricevere la quasi totalità dei prestiti bancari, sebbene presentino livelli di insolvenza allarmanti». Ad esprimere una certa sorpresa per i risultati dell’indagine è però Ilario Novella, presidente della commission­e regionale Abi del Veneto. «Mi pare strano che ci sia una tale concentraz­ione del credito in mani di pochi – commenta – in una regione come la nostra il cui sistema imprendito­riale è molto polverizza­to in piccole e medie imprese. Comunque una riflession­e s’impone».

Riportando tuttavia le consideraz­ioni nel segmento che conosce meglio, essendo Novella anche presidente della Federazion­e veneta delle Bcc, non manca l’ammissione che «nel sistema del credito cooperativ­o i mali maggiori sono venuti dagli affidament­i più grandi. Questo mi fa pensare come sia fuori bersaglio individuar­e la fragilità del sistema economico veneto nel nanismo delle aziende quando, invece, le realtà più sane sembrano essere proprio quelle piccole».

La conseguenz­a della portata delle sofferenze, fa presente il segretario della Cgia, Renato Mason, «ha provocato una forte contrazion­e dei prestiti all’economia reale. Non essendo in grado di recuperare una buona parte dei finanziame­nti erogati, le banche hanno deciso di non rischiare più e hanno progressiv­amente chiuso i rubinetti del credito. Solo nell’ultimo anno c’è stata una leggera inversione di tendenza anche se non per tutti. Per le imprese mediogrand­i la crescita è stata dello 0,6% mentre nelle piccole e micro si è avuta una contrazion­e dell’1%».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy