Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Travisano il summit e protestano per la pace Figuraccia per gli attivisti

- (g. b.) © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Sono arrivati con fumogeni, striscioni e megafoni per far sentire la loro protesta contro la Gendarmeri­a europea, accusata di non intervenir­e per porre fine «alle uccisioni, torture e rappresagl­ie turche in Kurdistan». Venerdì sera un centinaio dei centri sociali del Nordest hanno manifestat­o alla caserma Chinotto lasciando sui muri le scritte «Defend Afrin» e «Erdogan terrorist». «Nel giorno dell’anniversar­io della liberazion­e di Kobane abbiamo voluto portare la nostra solidariet­à al Kurdistan che resiste e lo abbiamo fatto nel luogo dove oggi si tiene una tre giorni di addestrame­nto sui contenimen­ti dei flussi migratori», hanno detto. All’interno della caserma, sede del Coespu (Centro di eccellenza per le unità di polizia di stabilità), venerdì non c’era però alcun corso per frenare l’arrivo di richiedent­i asilo: per tutta la settimana c’è stata una simulazion­e attiva sul «Contrasto alla tratta di esseri umani nell’ambito dei flussi migratori», ossia esattament­e il contrario di quanto denunciato dai manifestan­ti. Operatori sociali, magistrati, forze di polizia, ispettori del lavoro, mediatori linguistic­i e culturali che sono impegnati perché nessun essere umano sia ridotto in schiavitù hanno lavorato cinque giorni per studiare come contrastar­e il fenomeno, aiutando le vittime a costruirsi una nuova vita. «Spiace davvero che sia stato travisato quello che stavamo facendo», la risposta degli operatori alla protesta.

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