Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Nasconde l’incidente sul lavoro e muore

In ospedale con i colleghi: «Ho mal di testa». Era caduto. Aperta un’inchiesta, ispezione in azienda

- di Milvana Citter

È arrivato in ospedale con dolori alla testa ed è morto due giorni dopo. I medici pensano che la causa sia stata una caduta non denunciata in cantiere.

Forse è caduto da un’impalcatur­a. SILEA (TREVISO) Forse da un tetto. Ma nessuno ha chiamato l’ambulanza o chiesto l’aiuto di un medico. I colleghi, in auto, lo hanno portato in ospedale dove lui stesso ha detto di non sentirsi bene, accusando dolori di schiena e alla testa. Poche ore dopo era già in Terapia intensiva e due giorni dopo è morto. A ucciderlo però, non sono stati un virus fulminante o cure sbagliate. A portare alla morte un 50enne muratore di Silea, è stato probabilme­nte un infortunio sul lavoro non denunciato. Che gli avrebbe provocato lesioni così gravi da ucciderlo. Un incidente in cantiere che però fino al decesso non esisteva, perché nessuno lo ha denunciato, così come nessuno ha chiamato il 118, chiedendo l’aiuto dei sanitari, che forse avrebbero potuto salvargli la vita.

Una storia che sembra arrivare dal passato, quando le tutele e i diritti dei lavoratori erano ancora lontani dall’essere garantiti. E che rende questa morte bianca ancora più difficile da accettare. La Procura ha aperto un’inchiesta. Per ora l’ipotesi di reato a carico della titolare dell’impresa è di omicidio colposo. Ma, se gli accertamen­ti dovessero dimostrare che il muratore poteva essere salvato, la sua posizione si aggravereb­be con un’accusa di omissione di soccorso.

L’uomo è arrivato al Pronto soccorso del Ca’ Foncello di Treviso il 22 gennaio. In orario di lavoro, in auto, accompagna­to dai colleghi. «Ho mal di schiena e mal di testa», ha detto agli infermieri del triage. Gli è stato assegnato un codice bianco ed è stato mandato in sala d’attesa. Un paio d’ore e il suo destino era già segnato. Si è improvvisa­mente aggravato e i primi accertamen­ti hanno subito chiarito che quei dolori erano il sintomo di un politrauma­tismo, toracico e cranico, e di lesioni interne gravissime.

Provocati da cosa? Il muratore ai medici non ha detto nulla. Solo di essersi sentito poco bene. Il suo quadro clinico però non era compatibil­e con un malore per cause naturali, ma con una caduta da grande altezza. Immediata è partita la segnalazio­ne al pm Massimo De Bortoli, che ha avviato un’indagine e venerdì ha mandato in azienda gli ispettori dello Spisal, che stanno raccoglien­do le dichiarazi­oni dei colleghi della vittima. Si cerca di chiarire perché nessuno abbia detto la verità sull’incidente. E di escludere che il muratore sia stato vittima di pressioni per non parlare. Il magistrato ha inoltre disposto l’autopsia sul corpo dell’uomo. L’incarico sarà affidato nei prossimi giorni al dottor Alberto Furlanetto, che dovrà accertare cosa abbia provocato le lesioni che hanno ucciso l’operaio e, soprattutt­o, se l’uomo soccorso da personale specializz­ato con cure appropriat­e avrebbe potuto salvarsi.

Richiesta di soccorso che è invece partita immediata ieri pomeriggio dalla «Erredue» di Cessalto, dove un operaio è precipitat­o dal tetto del capannone da un’altezza di circa 5 metri. L’uomo, ricoverato al Ca’ Foncello, ha riportato lesioni gravissime. È un 45enne di Cessalto.

La ricostruzi­one Vittima di un incidente sul lavoro, è caduto dall’alto. S’indaga per omicidio colposo

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