Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Liste, chiusi i giochi Lega senza Zaia boys Pd, l’ira degli esclusi

E Donazzan attacca: «Donne abusate»

- Cinque Stelle Martina Zambon © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Chiuse le liste delle polemiche, esplode VENEZIA la rabbia degli esclusi. In particolar­e tra le file dei democratic­i, con i «big» in bilico Baretta e Santini. L’uscente Casellato: distrutta la cultura riformista dei Ds. Acque agitate anche nel centrodest­ra. L’assessore forzista, Donazzan, attacca il suo partito: «Donne abusate». Nella Lega snobbati gli uomini di Zaia. I grillini puntano sui capi delle vittime delle banche.

La sordina pentastell­ata VENEZIA ha funzionato mediamente meglio rispetto alla grancassa suonata dagli esclusi del Pd, per dire. Eppure anche per il coordinato­re della campagna del Movimento Cinque Stelle in Veneto, Jacopo Berti, il giorno più lungo, quello della consegna delle liste, è stato un tour de force chiuso sul filo di lana, giusto alle 20 di ieri sera. Ecco, «questioni burocratic­he», per dirla con Berti stesso, hanno portato alla sostituzio­ne all’ultimo minuto dell’uomo da candidare all’uninominal­e su Verona: Antonio Carolei sostituito al volo con Gabriele Pernechele già terzo al plurinomin­ale del Senato in Veneto 2. Altra esclusione al photo finish,sempre per l’uninominal­e, a Castelfran­co Veneto di Giuliano Giuliani. La verifica interna delle credenzial­i ha fatto riaffiorar­e una sua candidatur­a per il Pd, nel 2014, a Piombino Dese. La sostituzio­ne in corsa, stavolta, ha portato alla candidatur­a di Eva Liberalato, avvocato quarantaqu­attrenne e nessuna militanza nel Movimento. Per ricostruir­e, a ritroso, la road map che ha portato alle liste definitive del Movimento, tocca partire dagli aridi numeri dei sondaggi. Se sul nazionale si punta (ottimistic­amente) addirittur­a a un 30%, in Veneto la tara, prudenzial­e, abbassa la cifra al 20 (sempre per partire col vento in poppa dell’ottimismo). Ecco, la traduzione in seggi papabili si aggira intorno alla decina di

Il rientro Torna in lista candidata che aveva pubblicato post «No vax» piuttosto perentori

cui, con un po’ di fortuna, un paio all’uninominal­e. Dove? Il mantra è uno solo: «conquistar­e Venezia». All’uninominal­e ma anche al proporzion­ale per la Camera. E così in cima all’uninominal­e si incrocia Enrico Schenato, giovane avvocato, magistrato onorario e anima di Altroconsu­mo in Veneto. Capolista al proporzion­ale, sempre a Venezia, per la Camera, c’è l’enfant prodige del Movimento, l’ex sindaco di Mira Alvise Maniero. E oltre la laguna? Le speranze si appuntano tutte su Belluno dove si può contare sull’effetto traino del parlamenta­re uscente e molto industrios­o Federico D’Incà, capolista, ovviamente, alla Camera. Infine, il tridente d’attacco, include Treviso. Anzi, include Montebellu­na, dove si va con l’artiglieri­a pesante con la candidatur­a di Andrea Arman, pasionario dei truffati delle banche venete, ancora un avvocato impegnato con il coordiname­nto Don Torta. Scientific­o il tentativo di sfruttare al meglio i territori su cui il Movimento è più forte. Oltre a Venezia, Belluno e Treviso, ci si prova anche a Verona con il volano del duo Businarolo e Fantinati. La candidatur­a di lei sia all’uninominal­e che al plurinomin­ale (secondo in lista proprio Fantinati) potrebbe favorire lui cedendogli il posto in caso di vittoria all’uninominal­e. Lei giovanissi­ma (classe ‘83), lui 43 anni famoso per un travolgent­e intervento al meeting di Comunione e Liberazion­e. Il mix, ben dosato, è fra gli uscenti e volti nuovi fra cui un consistent­e contingent­e di avvocati, con buona pace della prima ondata grillina costellata da impiegati, casalinghe e qualche disoccupat­o. Al contrario, la prima tornata elettorale post-Grillo, vede una scelta precisa di fondo. Scorrendo l’elenco dei nomi schierati all’uninominal­e, si trovano, su Belluno, l’ennesimo avvocato, Rocco Bianco alla Camera e, per il Senato, Gladis Riva, imprenditr­ice locale piuttosto nota (ramo «astucci» per occhiali). A tentare la sorte in un collegio durissimo, quello di Vigonza, c’è un altro uomo dei comitati dei truffati delle banche venete, l’ingegnere edile Alberto Artoni. Sulla piazza di Verona, sempre uninominal­e, il movimento cala un tris di donne, Businarolo, Gloria Testoni e Marcella Biserni.

E a Padova? Niente meno che Leopoldo Armellini, fagottista e direttore del Conservato­rio Pollini. Se nulla si è potuto sull’esclusione di Gedorem Andreatta e ieri anche di Elisa Piloni (sostituiti da Giulia Maria Negrin e Michele Bruttomess­o), al 90mo minuto si è ricomposto anche lo psicodramm­a vicentino sulla capolista al proporzion­ale Sara Cunial, ex manager riconverti­ta alla vita dei pascoli e quasi espunta a causa di posizioni no-vax. Reinserita. Il Veneto «esporta» anche: Claudio Consolo, docente di procedura penale, padovano e schierato al Senato a Roma contro Emma Bonino.

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