Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Nelle ultime ore si presentano decine di partitini
La carica dei piccoli, piccolissimi. VENEZIA Praticamente anonimi. In Corte d’Appello, ieri sera, la lunga processione di chi depositava le liste per le prossime politiche si allungava a dismisura. Al punto che per la lista «Valore umano», si è deciso per il «congelamento», sarà valutata questa mattina. All’ultimo minuto sono comparse formazioni di cui non si sospettava l’esistenza. A partire dal PPA che sta per Partito Pensiero Azione, qualche eco neo avanguardista e, al momento, pochi elementi certi su programma e manifesto, diciamo. Di sicuro si sa che si è presentata solo alla Camera. Da ascrivere alla nicchia di chi punta, con ottimismo, a sfondare lo sbarramento del 3%, c’è anche una sigla enigmatica: «Siamo» che, però, ha presentato le sue brave liste di nomi per entrambi i rami del Parlamento. Conquista le simpatie, fra tante sigle un po’ anonime che si somigliano tutte, soprattutto «10 volte meglio», la «lista degli startupper», giovani che si mettono in proprio, anche in politica a quanto pare (pure qui, però, solo per la Camera, baby step, piccoli passi, come dicono gli americani). Corazzata e quindi presente sia alla Camera che al Senato, invece, un’inequivocabile «Italia agli italiani» che non è altro se non la formazione di estrema destra Forza Nuova.
Nulla di fatto, invece, per un’altra Italia, «Italia nel cuore» esclusa tout court per non essersi presentata in un numero sufficiente di seggi. Carte in regola ma decisione in extremis di non correre, invece, per «Indipendenza Noi Veneto». Gli indipendentisti spiegano, in una nota, che «una lotta all’ultimo seggio tra le rappresentanze dei partiti nazionali lascia più interrogativi che certezze» . E quindi, nonostante le firme raccolte, il simbolo già depositato e la disponibilità dei potenziali candidati, si è deciso di lasciar perdere, in buona sostanza. Meglio, lasciano intendere, concentrarsi sui prossimi obiettivi: consigli comunali e consiglio regionale.
Torniamo a sinistra, mentre Leu si contrappone direttamente ai cugini del Pd schierando Bersani, Mognato, Zoggia e Zanonato, c’è anche un altro derby rosso fuoco. Si tratta dei due schieramenti Potere al Popolo (erede delle ceneri di Rifondazione Comunista ma anche della galassia dell’associazionismo) e Sinistra Rivoluzionaria, area marxista, che però tenta la via del solo Senato.
In Veneto corrono, in coalizione col Pd, la lista di Emma Bonino «+Europa», «Insieme» (Verdi, Psi e Area Civica) e la «Civica popolare» della Lorenzin che in Veneto recupera Mario Dalla Tor (socialista della prima ora e poi a lungo forzista) mentre con Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia corre anche Noi con l’Italia. Solitari (e inaspettati) spuntano anche i repubblicani (verdiniani) di Ala-Pri.
Sterzando nuovamente a destra, decisamente più a destra della Meloni, si incrociano corpose liste di Casa Pound ma anche i dissidenti leghisti di «Grande Nord» . Non manca la lista «Destre Unite+Forconi+Movimento 5Pil». Last but not least, è quel «Popolo della Famiglia», intesa come famiglia ultra tradizionale, movimento a immagine e somiglianza di Mario Adinolfi.