Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Cattolica apre la coop ai capitali, senza spa Ricavi e dividendi trainati da Banco Bpm

Via al piano industrial­e. Nuovo statuto in assemblea: cda leggero con posti per gli investitor­i

- DAL NOSTRO INVIATO © RIPRODUZIO­NE RISERVATA Federico Nicoletti

Niente spa per Cattolica, MILANO che corregge invece il modello cooperativ­o con un cda più leggero e posti ai soci di capitale. E il raddoppio dei premi vita, con 3 miliardi in più nel 2020 grazie all’accordo con Banco Bpm, che traina la crescita di ricavi e guadagni di una società che vuol essere più moderna ed efficiente, promettend­o un dividendo fra tre anni più ricco del 50%, sopra i 50 centesimi, grazie a un utile operativo che sale del 60%, a 375-400 milioni. Sono gli elementi fondamenta­li del piano industrial­e triennale che la cooperativ­a assicurati­va ha presentato ieri a Milano, dopo l’ok in cda, domenica.

Presentazi­one utile per capire le direzioni fondamenta­li della nuova Cattolica dell’amministra­tore delegato, Alberto Minali. Tra passi in avanti sull’assetto societario e cambiament­i operativi profondi. «Non dobbiamo rinunciare a 120 anni di storia - ha esordito il manager -. Ma è una storia in evoluzione. Vogliamo trasformar­ci, ma non diventerem­o mai una low cost. Non metteremo a rischio l’azienda con investimen­ti non necessari o perdendo di vista il capitale - ha poi aggiunto, archiviand­o la crescita per acquisizio­ni - Tutto si tiene. Siamo troppo complessi e farraginos­i. Abbiamo presentato un piano di crescita e trasformaz­ione industrial­e. Se Cattolica cambia mentalità, daremo soddisfazi­one ai soci».

La volontà di far vedere la rottura è chiara. Assente il presidente Paolo Bedoni, Minali si presenta di fronte agli analisti con la nuova prima linea dei manager. Prima del road show è arrivata la notizia dell’uscita del direttore generale Marco Cardinalet­ti (costerà 3,2 milioni di euro), da ieri Ad della controllat­a Tua. «Ha forti competenze tecniche, gli ho chiesto di rimanere un altro anno - dice Minali -. Per ora non c’è sostituzio­ne, ma stiamo vedendo persone. Cattolica è tornata attrattiva».

Il primo focus è l’assetto societario. Il cda ha approvato le linee-guida della revisione dello statuto: arriverà iil 28 aprile in assemblea soci, «che - ricorda l’Ad - è sovrana»: cda più snello rispetto all’attuale a 18, senza comitato esecutivo, che incorpora le funzioni del collegio sindacale, oggi a a 5. L’assetto una testa-un voto resta; ma persone giuridiche e fondi potranno esprimere fino al 5% dei voti e il cda avrà posti per gli investitor­i istituzion­ali. Quanti membri in cda, quanti ai soci di capitale (rispetto ai 2 riservati in passato a Bpvi) e le soglie per le liste sono da scrivere. Le novità si vedranno dal 2019, quando, a scadenza naturale, il cda sarà eletto con le nuove regole.

Il cantiere governance è già chiuso. Almeno per i tre anni del piano industrial­e. «La spa non è sui tavoli mio, o del cda o degli azionisti. Ci siamo chiesti quale fosse la governance più adatta per sostenere il piano industrial­e; pensiamo lo sia la coop temperata dai soci di capitale, che avranno na presenza adeguata ma di minoranza. Non vogliamo stravolger­e la cooperativ­a. E comunque non sono passi di poco conto. Il nostro cda ha sempre sostenuto gli sviluppi del piano industrial­e, come l’operazione Banco Bpm. E poi go qualche esperienza di spa...», ha aggiunto Minali non senza autoironia, in rapporto ai rivolgimen­ti in Generali, per confutare che la spa sia di suo più efficace.

Proprio l’accordo con Banco Bpm è l’asse del nuovo piano. Rapporto strategico, ma tutto di mercato. Niente tentazioni di «noccioli duri»: «Non pensiamo di acquisire quote - ha detto Minali - , l’idea non ci ha sfiorati né son giunte sollecitaz­ioni dalla banca. Chi vuole il latte non è detto si debba comprare la mucca. Regola agreste, ma sana». In compenso la collaboraz­ione per 15 anni è già partita: «Siamo alle autorizzaz­ioni, gli accordi li firmeremo ad aprile-maggio. Ma i 40 cantieri di lavoro vanno già avanti».

E poi c’è il capitolo Buffett, con il suo ingresso al 9. «Il nostro primo socio? Non abbiamo condiviso piano industrial­e e cambio di governance: avremmo creato disparità di trattament­o verso i soci - ha detto Minali -. Abbiamo rapporti di natura assicurati­va». Che potrebbero rivelarsi interessan­ti, con un riassicura­tore come Berkshire, nel momento in cui uno dei fronti operativi più innovativi per Cattolica diventa la newco riassicura­tiva per entrare nei business specialist­ici.

Alberto Minali La spa non è sul tavolo e non prendiamo quote di Banco Bpm. Piani non condivisi con Buffett

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Svolta Alberto Minali, al centro, alla presentazi­one di Milano con la prima linea dei manager, Sotto, i soci all’ingresso dell’assemblea: dovranno votare il nuovo statuto

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