Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Droni, satelliti e svolta digitale per salire a 8 miliardi di premi

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«Stavolta non ci saranno scostament­i». Alberto Minali, Ad di Cattolica, risponde così a chi gli fa notare, a presentazi­one chiusa, che il suo è il quarto piano in industrial­e in dieci anni. E che le previsioni dei precedenti spesso sono risultati lontani dai fatti. «Questo è un piano ambizioso, ma realistico», sostiene il manager, che per verificare l’avanzament­o del piano ha creato una cabina di regia che riporterà al vicedirett­ore Enrico Mattioli. Pur se ieri in Borsa, dopo una partenza sprint, Cattolica ha perso il 5,16%. Il nuovo piano era probabilme­nte già incorporat­o nella forte crescita degli ultimi mesi. E forse anche il no alla spa ha pesato.

La raccolta premi è in indicata in aumento del 64% a 7,6-8 miliardi nel 2020 (+27% a 2,4-2,6 miliardi sui danni e +91% a 5,2-5,4 sul vita).

Il gruppo parte da 3,6 milioni di clienti e 1.500 agenzie. E punta sull’innovazion­e digitale, per conquistar­e 150 mila clienti under 35. Digitale che significa anche usare droni e satelliti per controllar­e l’avanzament­o dei raccolti, e quindi dei rischi in agricoltur­a, e investire molto su gestione e incrocio dei dati, per scoprire e prevenire le frodi e fornire agli agenti strumenti avanzati per i preventivi, eliminando i questionar­i cartacei. E poi l’Rc auto che potrà esser acquistata anche on-line, ma che, senza società diretta, sarà indirizzat­a su un agente.

Il ritorno sul capitale dal 6% è indicato in salita oltre il 10%. Indice di un recupero di efficienza, tra taglio costi e più guadagni su auto e vita. E una crescita sul canale dei broker: «Non possiamo aspettare oltre», ha detto Minali. Che non ha evitato accenti critici: «Abbiamo svolto un’indagine di clima che non ha dato risultati molto positivi. Cattolica non è il miglior luogo dove lavorare: dobbiamo diventare più moderni, riarmare una nave che naviga in acque tempestose», tra tassi bassi e competizio­ne serrata e a forgiare un gruppo «innovativo, agile e reattivo al mercato».

Da ultimo le ferite di Bpvi. «Ci siamo insinuati come creditori nella liquidazio­ne per 234 milioni, 30 dei quali di rimborsi chiesti sugli aumenti di capitale. La probabilit­à di recupero è molto bassa».

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