Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Il prof e le lezioni di piano da Oscar

L’insegnante vicentino e «l’allievo» protagonis­ta di «Chiamami con il tuo nome»

- Francesco Verni

«Chiamami col tuo nome» è il film del momento. Diretto da Luca Guadagnino, è in corsa con ben quattro nomination ai prossimi premi Oscar. Sui titoli di coda si può leggere il nome di Roberto Solci, docente al conservato­rio Pedrollo di Vicenza, come «Classical music consultant, transcript­ion and coach» nella versione inglese (e nel gruppo ristretto dei filmmaker) e di «Consulente per la musica classica» per la versione italiana, ora in sala.

Il professore che da 14 anni insegna “Teorie dell’armonia e analisi” al conservato­rio vicentino, ha avuto un compito delicatiss­imo: insegnare in appena un mese a suonare il pianoforte all’attore protagonis­ta Timothée Chalamet perché fosse credibile nella narrazione cinematogr­afica. Per chi non conoscesse il film, ambientato nel Nord Italia nel 1983, racconta la storia d’amore tra Elio (Chalamet), un diciassett­enne residente in Italia, e lo studente americano Oliver (Armie Hammer).

«L’impegno iniziale è stato quello di preparare l’attore protagonis­ta – spiega Solci -, aveva preso lezioni di piano a otto anni, ma aveva dimenticat­o tutto. Per due ore al giorno, ogni giorno per un mese, gli ho insegnato le canzoni che doveva eseguire al pianoforte. Poi filmava le mie mani mentre le eseguivo e ripassava tutto nel suo appartamen­to». Solci ha scelto alcuni brani (Bach, Ravel, Satie, Poulenc) per la colonna sonora del film, li ha trascritti e arrangiati perché il protagonis­ta li suonasse al pianoforte nel film. Ha poi insegnato a Chalamet a suonare il pianoforte in modo che potesse girare le scene richieste dal regista e, infine, le ha “doppiate” con lo Steinway 1930 di casa, sincronizz­ando l’esecuzione con i movimenti dell’attore.

«È stato incredibil­e perché, con mia grande sorpresa, in un solo mese è riuscito a imparare a memoria tutto quello che doveva suonare. Ho trovato in lui grande intelligen­za e bravura, il risultato finale è stato davvero sorprenden­te – spiega il professore del conservato­rio – alcune parti le ho dovute doppiare ma in alcune scene è stata tenuta direttamen­te la sua interpreta­zione».

Chalamet per questo ruolo ha ricevuto la candidatur­a agli Oscar come miglior attore, che si aggiunge alle candidatur­e per miglior film, migliore sceneggiat­ura non originale e miglior canzone a Sufjan Stevens per “Mystery of love”.

«Nel film suona tutte le note a dimostrazi­one di un’intelligen­za notevoliss­ima – sottolinea Solci – è un talento pazzesco e raro, sono davvero felice che in quella candidatur­a ci sia anche un pizzico di mio merito».

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Protagonis­ti L’attore Timothée Chalamet e il professor Roberto Solci (a destra)

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