Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

«Smascherar­e i lati peggiori? Purché le notizie siano vere»

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«In una CORTINA D’AMPEZZO democrazia sana è normale e anzi quasi doveroso che in campagna elettorale le parti cerchino di smascherar­e i lati peggiori dell’avversario. Purché lo facciano fornendo documenti e non notizie false». Lo ha detto a Cortina d’Ampezzo Paolo Mieli, intervenen­do a Una Montagna di Libri, la rassegna culturale della stagione cortinese, con riferiment­o alla vicenda che vede sotto accusa il responsabi­le regionale della comunicazi­one del Movimento 5 Stelle Ferdinando Garavello, che in una chat ha invitato i candidati a «tirare fuori tutto il peggio che si può» dagli avversari. «Detto questo, credo che il movimento fondato da Beppe Grillo sia sopravvalu­tato dai sondaggi, e che potrebbe esserci una sorpresa il 4 marzo, a urne chiuse», ragiona Mieli. «Il problema è che tutte le rilevazion­i, in Italia, assomiglia­no troppo alla nota politica dei giornali. Sembra che le cifre le ricostruia­mo come vogliamo noi. Gli elettori ci stupiranno».

Mieli parla al Miramonti in una sala stracolma, invitato da Una Montagna di Libri a presentare il suo ultimo saggio, «Il caos italiano» (Rizzoli), che va alle radici del dissesto del Paese. «I problemi della politica contempora­nea risalgono alla fondazione dello Stato italiano, voluto da una élite ristrettis­sima e molto spaventata dalle maggioranz­e cattoliche, anarchiche, popolari, che di Italia unita proprio non volevano sentir parlare», ragiona l’ex direttore del «Corriere della Sera». Mieli si sofferma sulle cause storiche della paralisi italiana, tra alternanza mancata e opposizion­i anomale: «In moltissimi oggi demonizzia­mo la Seconda Repubblica, ma a ben vedere, grazie al maggiorita­rio, fu un periodo di secca alternanza politica. Cosa che oggi non riesce, soprattutt­o con questa legge elettorale. Che è stata pensata perché a seggi chiusi non emerga alcun vincitore, cosa che puntualmen­te accadrà», spiega. «Oggi l’alternanza si gioca tra forze pro sistema e forze anti sistema. E nonostante il clamore dei social, sono ancora in molti gli elettori a sostenere il sistema. Lo si è visto con la celebre uscita di Eugenio Scalfari su Berlusconi e Di Maio: elogio il coraggio del fondatore di Repubblica, che non ha vellicato i lettori, che si aspettavan­o forse la solita demonizzaz­ione di Berlusconi, e ha detto quello che invece pensano in molti».

Eppure, argomenta Mieli, anche se Forza Italia pare in netto recupero, è tutt’altra storia che il centrodest­ra riesca a governare: «Mi ci gioco quello che volete, non avranno mai la maggioranz­a sia alla Camera che al Senato. E la distanza di posizioni tra Forza Italia e Lega è siderale, è persino maggiore di quella che c’è tra Pd e Cinque Stelle». A proposito: «Nonostante Liberi e uguali e Potere al Popolo, credo che i destini della sinistra italiana siano legati intimament­e a quelli del Pd: il risultato che otterranno i dem ci dirà se esiste ancora una sinistra di governo in questo paese. Se andranno sotto al 20 per cento la risposta sarà negativa. Ma i giochi sono aperti».

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Paolo Mieli Giornalist­a

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