Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Omba, fumata nera dopo l’incontro Restano a rischio i 120 dipendenti
Omba, la proprietà genovese non fa marcia indietro sulla chiusura della fabbrica di Torri di Quartesolo che dà lavoro a circa 120 dipendenti. Ieri un nuovo incontro fra vertici aziendali e sindacati si è risolto con un nulla di fatto: «Proporremo ai lavoratori un viaggio in autobus a Genova, per andare a manifestare direttamente sotto gli uffici della proprietà Malacalza» annunciano i segretari vicentini di Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm.
Ieri pomeriggio, mentre l’incontro si svolgeva nella sede di Confindustria Vicenza, in piazza Castello una sessantina di dipendenti e sindacalisti manifestava con striscioni e bandiere. Erano presenti per solidarietà anche la senatrice della Lega Nord Erika Stefani e gli esponenti del Pd Giovanni Rolando e Maurizio Scalabrin, in rappresentanza della deputata Daniela Sbrollini.
La crisi finanziaria di Omba Impianti & Engineering Spa - industria riconosciuta a livello internazionale che realizza viadotti e fabbricati civili – deriva da una serie di crediti al momento non esigibili per alcune decine di milioni di euro: le difficoltà hanno spinto la proprietà, la famiglia Malacalza che ha acquistato la carpenteria nel 2001, a chiedere al tribunale un concordato in bianco e a far partire la procedura di licenziamento per tutti i dipendenti. «Il licenziamento diverrà effettivo il 26 marzo. Il tempo passa – osserva Diego Marchioro, ex sindaco di Torri e dipendente di Omba – ci sono state manifestazioni di interesse informali, la proprietà dia un segnale per garantire la continuità produttiva». Secondo Maurizio Ferron (Fiom), Stefano Chemello (Fim) e Carlo Biasin (Uilm) al tavolo di ieri però i segnali sono stati negativi: «Abbiamo chiesto il ritiro della procedura di licenziamento, per avere più tempo per trovare una soluzione, e ci è stato risposto di no. Allo stesso tempo, la proprietà Malacalza non era presente. Ma chi chiude un’azienda e lascia a casa più di cento famiglie dovrebbe avere il coraggio di metterci la faccia di persona» incalzano i sindacalisti. «L’unico aspetto positivo è che i vertici affermano di non essere contrari a cedere e ricollocare l’azienda, anzi è nel loro interesse: bene, attendiamo azioni concrete» osservano i sindacalisti. Che proporranno al Comune di Torri un consiglio comunale straordinario e a breve una trasferta ai lavoratori, «andremo a manifestare sotto le finestre della proprietà».