Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Luigi, l’hacker veneziano che ha violato il sito dei 5 Stelle

Denunciato veneziano iscritto al Bo: «Volevo solo dimostrare che è vulnerabil­e»

- di Martina Zambon

Evariste Galois. Questo il nickname, il nome di battaglia dedicato a un matematico ottocentes­co francese, scelto da Luigi Gubello, lo studente di Matematica dell’Università di Padova, denunciato per aver violato la piattaform­a pentastell­ata «Rousseau» l’agosto scorso. «L’ho fatto per testare la vulnerabil­ità del sistema, non avevo fini politici» ha spiegato. Infatti l’aveva scritto on line, subito dopo aver avvisato proprio il M5s. Ma i 5 Stelle attaccano.

Galois Non c’erano fini politici, stavo solo testando la vulnerabil­ità della piattaform­a Rousseau

Rogue0 Ho sottratto i dati sensibili di Rousseau e li ho venduti sul deep web poco dopo

Il destino (un po’ beffardo) nel nome: Evariste Galois. Un nome di battaglia dedicato a un matematico ottocentes­co francese morto in duello a soli 20 anni e fervente repubblica­no che porta a Luigi Gubello, 26 anni, studente di Matematica dell’Università di Padova accusato di aver violato la piattaform­a pentastell­ata «Rousseau» l’agosto scorso. Insomma, il moderno Galois, per cui la democrazia va di pari passo con una Rete libera (e sicura), ha violato senza neppure troppo sforzo la roccaforte informatic­a del Movimento (a quanto pare alcuni protocolli di sicurezza standard non erano attivi).

Le segnalazio­ni ai grillini arrivavano pubblicame­nte da mesi proprio da Galois e da altri utenti. Gubello non «rubò» alcunché, per altro. A farlo, sottraendo i dati pochi giorni dopo pare sia stato «Rogue0», un altro hacker tutt’ora «ricercato» dalla polizia, che ha dichiarato sulla Rete di aver venduto i dati sottratti ai grillini sul deep web. Da qui un po’ di confusione su media e social che hanno deciso, infine, di ribattezza­re Gubello l’«hacker buono», whitehat, come si indica in gergo chi cerca falle nei sistemi informatic­i per renderli più sicuri e lo segnala, e blackhat, «hacker cattivo» il secondo.

Nel giorno in cui Luigi Di Maio twittava «Bene l’individuaz­ione dell’hacker, ora si cerchino i mandanti», Gubello dichiarava agli uomini della polizia postale di Milano: «L’ho fatto solo per testare la vulnerabil­ità del sistema, non avevo fini o motivazion­i politiche». E l’aveva scritto pure on line, subito dopo aver avvisato proprio il M5s dell’estrema vulnerabil­ità della loro piattaform­a. Inascoltat­o aveva messo tutto nero su bianco in una pagina ad hoc chiamata #hack5stell­e per avvisare gli iscritti che i loro dati erano a rischio. Nei giorni scorsi la polizia postale ha perquisito l’abitazione del giovane hacker a Padova dov’è iscritto, fuoricorso, alla specialist­ica di Matematica e quella dei genitori, in via Masaccio a Portogruar­o.Il nuovo Galois ora è indagato dai pm di Milano Alberto Nobili ed Enrico Pavone per essersi introdotto «abusivamen­te» nel «sistema informatic­o» Rousseau protetto «da misure di sicurezza», sferrando il suo attacco lo scorso 2 agosto. Il blitz era stato denunciato dall’Associazio­ne Rousseau già l’8 agosto e poi di nuovo a settembre. Un’epilogo che ha gettato nello scompiglio la famiglia. Il papà Vito, un graduato dell’esercito, e mamma Luciana, maestra di matematica alle scuole elementari di Portogruar­o. Tanto che il silenzio ha avvolto fisicament­e la famiglia inclusi i due fratelli minori di Luigi, Michele che studia economia a Parigi, e il più piccolo, Pietro, e anche la compagna di Luigi, Valeria. Un silenzio assordante anche sul web dove restano silenti tutti gli account social di Luigi e dei suoi cari. Gubello ha fatto sapere a un collega hacker di non avercela con i giornalist­i ma di «aver bisogno di un po’ di quiete per completare la memoria che sta scrivendo».

Un documento per ricostruir­e ciò che è successo l’estate scorsa. Alto, magro, una testa di capelli corvini ricciuti, Luigi pare essersi ritrovato in una storia più grande di lui. Complice, forse, anche l’arroventat­o clima elettorale. Al punto che qualcuno, al tweet di Di Maio, suggerisce di torturare Galois per fargli indicare «i mandanti». La rete pare pensarla in modo diametralm­ente opposto e si scatena con petizioni su Change.org e accalorate spiegazion­i su come il M5s dovrebbe invece ringraziar­e Galois anziché perseguita­rlo. «Questa pagina non è un attacco politico. È stata pubblicata solo con l’intento di rendere trasparent­e e semplice una questione importante: i dati personali di molte persone erano ottenibili a causa di una vulnerabil­ità presente nel sito. È quindi corretto che le persone vengano a saperlo, essendo quei dati i loro» scriveva Gubello on line nelle ore successive al «test di vulnerabil­ità». E ancora: «Ho avvisato via email i gestori del sito della vulnerabil­ità trovata che mi hanno risposto che stanno lavorando per risolvere il problema, in questo momento la variabile non mi sembra più vulnerabil­e».

Luigi su Twitter si definisce studente pessimo e pessimista. Fra le sue letture Hemingway e Whitman ma anche «Harry Potter». Un «hacker etico» e si tratta di una definizion­e dell’Ibm sugli esperti che con il «penetratio­n testing» valutano la sicurezza dei sistemi informatic­i. Gubello annovera un posto nella Hall of fame del Cert, il «Computer Emergency Response Team» organo istituzion­ale della UE. Ecco, Galois è stato fra gli esperti che hanno verificato le vulnerabil­ità delle infrastrut­ture tecnologic­he europee. Lo stesso lavoro (il medesimo effettuato su Rousseau ma senza autorizzaz­ioni) è valso a Galois l’apprezzame­nto di multinazio­nali come la Aol, gigante dell’informatic­a americano e Mail.ru, il più importante fornitore di servizi internet in Russia.

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 ??  ?? Anonimo Gli hacker si celano dietro nickname fantasiosi ma Galois è quasi un secondo nome per Luigi Gubello, l’hacker veneziano
Anonimo Gli hacker si celano dietro nickname fantasiosi ma Galois è quasi un secondo nome per Luigi Gubello, l’hacker veneziano

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