Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
L'ex dipendente Arpav fa il boom con il Mein Kampf
Il Mein Kampf stampato dal trevigiano Tralli tra i 20 libri più venduti da Amazon
Andrea Tralli, pronto?
«Si?»
Ma ha visto? Amazon mette la sua edizione del «Mein Kampf» nella top 20 dei libri più venduti del momento. Con un balzo, in pochi giorni, di +1037%...
«Attenzione, ancora non so quante copie abbia venduto, me lo dirà più avanti il distributore. Amazon è oscura, è un mistero come calcoli queste percentuali. Però sì, sto guardando, oggi siamo al 23esimo posto assoluto. E di solito non superiamo quota 200...».
Il picco c’è stato proprio nei giorni della tentata strage di Macerata. Non ha paura che un libro simile possa finire nelle mani sbagliate?
«Le persone che fanno un uso politicizzato del Mein Kampf non so quanto ne capiscano davvero».
Traini però ce l’aveva sul comodino.
«Si, ho visto le foto. Ma chissà poi se l’aveva letto veramente».
Come le è venuto in mente di stampare Hitler?
«Nel 2016 sono scaduti i diritti d’autore e si è aperta la discussione in Germania. Quando l’ho sentito, ci ho pensato. In Italia non sono l’unico, ci sono almeno un’altra decina di altri editori. Ma su Amazon va forte il mio. Per quanto mi riguarda noi abbiamo avuto molti dubbi se farlo, poi...».
Noi chi, scusi?
«Noi intendo le persone con cui chiacchiero...»
Ma chi ha avuto l’idea?
«Io, io. Sono io l’editore della Panda di Castelfranco»
Quindi nessuno scrupolo morale?
«Alla fine ho detto: bah, si può provare. Pur con mille remore. Lo considero comunque un libro storico. Ed è stato scritto ormai 90 anni fa».
La pensa come Montanelli, insomma: un caciucco di coglionerie; ma va letto per non ricadere negli stessi errori...
«Montanelli diceva anche che gli italiani dovevano sorbirsi 20 anni di Berlusconi per esserne vaccinati. E invece il Cavaliere è qui che ritorna... Però, sì, aveva ragione. Hitler era pazzo».
Ma lei l’ha letto il libro?
«Eccome, l’ho corretto io».
Scusi?
«Ho corretto la nuova traduzione, l’ho messa a posto».
Quindi conosce il tedesco?
«Ho corretto la versione italiana, l’ho rimessa a posto».
E come le pare?
«Pensavo di trovare una cosa noiosa e teorica, invece... Comunque non è una lettura da comodino...»
È l’abisso dell’umanità.
«È comunque un docu2013 mento storico, ripeto e dovrebbe essere mantenuto tale».
Non le fa paura il clima che c’è nel Paese?
«Non sono un sociologo e non ho studi idonei. Ma se devo dire in Italia non c’è mai stato un vero periodo di pace».
Perché, che studi ha fatto?
«Sono laureato in chimica»
E fa l’editore?
«Ho lavorato per anni all’Arpav come impiegato analista. Poi il 31 dicembre del 2011 mi lasciarono a casa. Assieme a 200 altri precari. Sono finito all’Usl di Mestre, controllo qualità nel reparto droghe. Ma è finita anche là. Da allora ho cominciato a scrivere libri. Me li pubblicò proprio Panda. A quel punto chiesi al vecchio editore se avessi potuto entrare in società con lui. Mi rispose: ti lascio tutta la baracca. E così dal sono io il responsabile unico della casa editrice».
In catalogo c’è anche un libro sul Duce. Nientemeno che «Mussolini è un galantuomo». Allora è un vizietto?
«Ma no, io sono apolitico. Edito anche il libretto rosso di Mao, se è per questo. Quel libro su Mussolini è un’eredità del mio predecessore. Lui si che aveva simpatie...».
Ma con Hitler ci campa? Insomma, è il suo autore più venduto?
«(ride) A Natale il distributore mi ha chiesto un migliaio di copie. Ma no, assolutamente. Io punto su altri».
Tipo?
«Mamma che agenda e Storie di straordinaria corsia. Sono stati i nostri cavalli di battaglia del 2017! Il secondo ha pure vinto un premio...organizzato da noi».