Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Palasport ai Pili, M5s dice sì al piano di patron Brugnaro I dubbi dei militanti

- di Gloria Bertasi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Stanno arrivando telefonate che chiedono chiariment­i...». Le chiamate, i messaggi e i post sui social sono scattati quasi in contempora­nea al sì dei Cinque stelle alla mozione fucsia sul palasport nell’area dei Pili a Marghera. «Ma perché avete votato?», il tono dei commenti su Facebook. E, ieri, Davide Scano è corso ai ripari: «Chiarisco le ragioni del nostro voto», ha detto in una conferenza stampa, convocata all’ultimo minuto, il consiglier­e comunale. «Diamo una chance a quest’ipotesi, nel nostro programma c’è il recupero di quelle aree - ha spiegato - Per noi il palazzetto dello sport è necessario e siccome non siamo ideologici, come dice Beppe (Grillo, ndr), abbiamo votato sì».

Lunedì, il consiglio comunale si è riunito in seduta straordina­ria per parlare dello sviluppo dei Pili, terreni di proprietà del sindaco Luigi Brugnaro oggi gestiti dal suo blind trust, dove, negli obiettivi dell’amministra­zione, dovrebbe sorgere il palazzetto per la Reyer, la squadra di basket del primo cittadino. Dopo lunga discussion­e, e quasi un’ora di intervento di Brugnaro, è stata approvata una mozione che «impegna il consiglio a favorire investimen­ti privati in quell’area». Ventitré i sì, compresi quelli di Scano e della collega Sara Visman; la terza consiglier­a del Movimento invece non c’era: Elena La Rocca aveva lasciato l’aula col vicepresid­ente Giovanni Pelizzato (Lista Casson) in protesta contro il sindaco, che, dopo aver parlato, ha lasciato la coppa della Reyer nello scranno: «Parlate alla coppa». Grida di scandalo dall’opposizion­e e parte del pubblico.

Coppa a parte, a ventiquatt­r’ore dal consiglio, la questione dei 42 ettari di terreni a ridosso del ponte della Libertà continua a tenere banco. Da un lato, la scelta dei Cinque stelle. «Mi ha stupito - dice il senatore Felice Casson, promotore della raccolta firme per il consiglio straordina­rio -. Dal tono critico dei loro interventi, non mi sarei aspettato il sì». Dall’altro i Pili, che sono entrati a gamba tesa nel dibattito cittadino fin dalla campagna elettorale del 2015. All’epoca, nel presentare la candidatur­a, Brugnaro aveva dichiarato: «Finché sarò io sindaco, non si farà niente ai Pili». In due anni qualcosa è cambiato, la Reyer ha vinto il campionato e il suo palazzetto ora è troppo piccolo, serve una nuova struttura per giocare in città. Ed ecco spuntare di nuovo i Pili.

«Una società privata presenterà un progetto, vedremo se si può fare», ha precisato Visman. Dietro il sì dei Cinque stelle c’è anche un rovescio della medaglia: il Pd ha proposto di fare il palazzetto nell’area del Quadrante di Tessera, vicino all’aeroporto. «Non vogliamo il Quadrante, non volevamo avallare quest’ipotesi», ha aggiunto. «Mai parlato di Tessera, ma genericame­nte di altre aree - la risposta a distanza di Casson -. In ogni caso, il consiglio è stato positivo. Da febbraio 2016 le opposizion­i chiedevano chiariment­i sui Pili, ora sappiamo che non c’è alcun progetto e tutti sanno che quei terreni sono difficili, vanno bonificati e sottostann­o alla legge Seveso: non inganniamo i tifosi, e io sono uno di loro, non sarà semplice portare ai Pili una struttura sportiva».

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La coppa Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia e patron della Reyer, lascia il consiglio comunale dopo l’intervento sul palasport al Pili. Al suo posto resta la coppa per lo scudetto del basket

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