Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Lanciava libri e insultava gli studenti professore­ssa condannata a cinque mesi

Il caso a Padova nel 2013. Docente incastrata dalle registrazi­oni dei ragazzi

- Roberta Polese

Volgarità Un gruppo di allieve era particolar mente vessato, con epiteti e gesti volgari

Riverbero Il caso aveva diviso Padova: si pensava ad esagerazi oni: non erano tali

Che ad un docente possano saltare i nervi davanti a una classe particolar­mente vivace non è una novità. Ma gettare i libri addosso agli studenti, insultarli con parolacce volgari, prendere di mira due o tre studenti e umiliarli continuame­nte davanti a tutti, è molto più che falsi saltare i nervi. L’incubo per alcune classi del liceo classico Marchesi era iniziato e finito nell’anno scolastico 2013-2014 quando una docente, Sandra Faccini, era stata allontanat­a dalla scuola per delle frasi ingiuriose e un atteggiame­nto irrispetto­so nei confronti di alcune ragazze. A distanza di meno di quattro anni è arrivata la condanna per la prof: il giudice Chiara Bitozzi ha pronunciat­o nei suoi confronti una sentenza di colpevolez­za per il reato di abuso di mezzi di correzione, e l’ha condannata a cinque mesi di carcere, pena sospesa.

Del resto, le frasi pronunciat­e e registrate dai ragazzi in aula non lasciavano spazio all’interpreta­zione. «Deficiente», «tro..», «troverai un mona a cui fregherai i soldi», «marciume», «cagne», «lei sarà una fallita e si farà mantenere da un pirla», e poi, come se non bastasse, la peggiore offesa di tutte: «Siete sperma marcio». Quelli elencati, non sono neppure gli epiteti più gravi tra quelli registrati. Alle parole seguivano lanci di libri, esibizioni di «dito medio»: nulla che abbia a che fare col contegno che deve tenere una professore­ssa in classe.

A far emergere il caso erano stati alcuni ragazzi, che al processo hanno ripetuto quanto accadeva a lezione. Ad inchiodare la prof alcune registrazi­oni coi telefonini. Quando il caso finì sul tavolo del pm Roberto Piccione, si creò anche una fronda opposta rispetto a quella formata dai ragazzi offesi e dalle loro famiglie, che li difendevan­o. In città si creò il caso, perché, almeno stando a quanto emerso nelle pagine facebook dei ragazzi delle superiori e dei licei, erano molti gli episodi che parevano somigliare a quello del Marchesi. Le sfumature erano però diverse. Perché ci sono i professori severi, quelli particolar­mente severi, quelli che perdono facilmente la pazienza, e non vi è nulla di male: ciascuno ha il proprio carattere, l’importante è non scadere nella volgarità e mantenere un adeguato contegno. La prof del Marchesi, invece, aveva ampiamente superato il limite: parolacce e gli insulti avevano avuto un effetto deleterio sui ragazzi, che in certi casi non volevano più tornare a scuola. La docente era stata allontanat­a dall’istituto nell’immediato, e subito dopo era partita l’indagine interna e l’inchiesta penale. Ora la condanna.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy