Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Scuola, in 50mila senza vaccini

Con l’obbligo per legge 9mila rischiano di essere esclusi dall’asilo. Per tutti pronta la multa

- Michela Nicolussi Moro

Sono 8800 i bimbi tra 0 e 6 anni che rischiano di essere lasciati a casa dall’asilo, perchè non risultano in regola con i 10 vaccini obbligator­i. In totale sono 50mila gli studenti veneti inadempien­ti tra 0 e 16 anni su un totale di 571.463: rischiano tutti una sanzione fino a 500 euro. Dal 19 settembre, data della prima ricognizio­ne della Regione che indicava in 77mila il totale dei ragazzini non a posto, si è riusciti a metterne in regola solo 27mila. L’allarme dei pediatri: «Resta scoperto l’8%, percentual­e alta, a rischio la salute dei minori».

A un mese dal termine ultimo del 10 marzo imposto dalla legge Lorenzin ai genitori dei minori tra 0 e 16 anni per presentare la certificaz­ione relativa alle dieci vaccinazio­ni obbligator­ie (contro poliomelit­e, difterite, tetano, epatite B, pertosse, Haemophilu­s influenzae b, morbillo, rosolia, parotite e varicella) si scopre che in Veneto risultano ancora inadempien­ti 50mila studenti inclusi in tale fascia d’età, su un totale di 571.463 (dati Regione e Ufficio scolastico regionale). In particolar­e 21mila risultano non aver assunto nessuno dei vaccini indicati (agli altri 29mila mancano ancora delle dosi, tra 2 e 5, non hanno insomma completato il ciclo), mentre 8800 sono i bambini tra 0 e 6 anni (su un numero complessiv­o di 123.901). Per questi ultimi la situazione è più critica, perché se non in regola oltre a dover pagare una sanzione fino a 500 euro, come gli allievi di elementari, medie e biennio delle superiori, saranno costretti a interrompe­re a metà anno scolastico la frequenza al Nido o alla materna.

Nonostante l’impegno delle Usl che, anche assumendo nuovo personale, alle vaccinazio­ni ordinarie hanno dovuto aggiungere i «recuperi», il lavoro allo sportello per il rilascio alle famiglie della documentaz­ione da presentare a scuola e le incombenze amministra­tive per richiamare i genitori dei minori inadempien­ti, fissare colloqui e sedute col medico, non si sono compiuti i passi avanti sperati. Dal 19 settembre, data della prima ricognizio­ne della Regione che indicava in 77mila il totale dei ragazzini non a posto con le vaccinazio­ni tra zero e 16 anni (di cui 28.500 tra 0 e 6 anni), si è riusciti a metterne in regola solo un terzo, 27mila. Circa l’8%, sia del totale sia degli 8800 in età da asilo, resta scoperto. «E’ una percentual­e alta — avverte Giuseppe Giancola, segretario padovano della Fimp (pediatri) — perché va sommata al 4%-5% dei bambini che pur immunizzat­i non rispondono al vaccino, quindi è come se fossero scoperti. Per garantire l’effetto gregge, cioè la tutela loro e dei piccoli che a causa di gravi motivi di salute non possono essere vaccinati, bisogna arrivare a una copertura del 92%-95%, in ogni classe e in generale. Ora, stando agli ultimi dati e aggiungend­oci i bimbi che non rispondono ai sieri, nella fascia d’età 0-6 anni siamo a quota 85%-86% (in generale invece il Veneto è al 92%, ndr). E i sindaci chiedono di prorogare questa situazione di pericolo? Ma allora ha ragione il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, quando dice che giocano sulla salute dei bambini. Quando i politici parlano di Medicina — chiude Giancola — fanno grossi danni, forse perché la confondono con la sanità. La prima è scienza, di cui non sanno nulla, la seconda è l’organizzaz­ione della Medicina».

Per di più centinaia di famiglie, probabilme­nte no vax, fanno melina. «La stanno tirando in lungo apposta — conferma Antonio Ferro, igienista e responsabi­le del sito regionale VaccinarSì — prendono appuntamen­to all’Usl ma il giorno prima telefonano per disdire con le scuse più varie, tipo il bambino ha la febbre, o mandano una nota scritta per chiedere chiariment­i già ricevuti. Di colloqui le aziende sanitarie ne hanno concessi a migliaia, ora partono le raccomanda­te di richiamo alle famiglie che non si sono mai presentate. In più le Usl stanno aspettando dai ministeri di Salute e Istruzione l’autorizzaz­ione a trasmetter­e direttamen­te in via informatic­a alle scuole lo stato vaccinale degli iscritti. Per superare i problemi di privacy — anticipa Ferro — scriverann­o solo: a posto, oppure non a posto. Così si eviteranno le file dei genitori agli sportelli». «Intanto però diverse famiglie lamentano di non riuscire a ottenere dalle Usl la documentaz­ione richiesta — rivela Stefano Cecchin, presidente della Fism, che riunisce le scuole materne parificate — siamo preoccupat­i». Succede che per un tot di ore alcune aziende sanitarie dopo aver smaltito migliaia di domande spostano il personale dalle incombenze amministra­tive agli ambulatori, per onorare le sedute del nuovo calendario vaccinale. Del resto, si chiedono i medici, possibile che nessuna mamma abbia conservato il libretto vaccinale dei bambini e debbano tutte chiederne copia?

E poi: a chi toccherà allontanar­e dall’asilo i piccoli non immunizzat­i? «Alle scuole — spiega Cecchin — o ai sindaci per le poche materne comunali del Veneto. La nostra associazio­ne riunisce 1043 asili per un totale di 93mila iscritti: ovvero il 65% nella fascia 3-6 anni e il 50% tra zero e 3 anni. All’inizio di marzo faremo una ricognizio­ne per capire quanti iscritti non siano in regola. A quel punto esaminerem­o a fondo caso per caso, ma tolte situazioni particolar­i dovremo rispettare la legge e quindi dall’11 marzo non potremo più accettare in classe i bimbi non a posto con le vaccinazio­ni».

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Obbligator­ie Per frequentar­e la scuola i minori da zero a 16 anni devono mettersi in regola con 10 vaccinazio­ni

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