Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Il gatto dei boschi prende casa tra le Dolomiti

La specie rara tornata nel Bellunese

- di Silvia Maria Dubois

È tornato. E questa volta si è spinto ancora più ad ovest. Il gatto selvatico è stato avvistato nel Bellunese dalle fototrappo­le del Parco Nazionale. «Certifica che il nostro ecosistema è in ottima salute» avvertono gli esperti.

Solitario, furbissimo, inavvicina­bile. E ancora praticamen­te sconosciut­o: è il Felix Silvestris comparso fra grotte e boschi del Bellunese. Animale quasi da mitologia (non inganni il suo pelo morbidissi­mo fra le nuance del giallo e il nocciola e il suo elegante allungamen­to quando, lento, scende dai pendii: è un provetto sfidante di volpi), il gatto selvatico è tornato in Veneto per mangiare, ma anche per dirci che il nostro ecosistema gode di ottima salute. Una sorta di certificat­o, insomma, consegnato una notte di gennaio, con un passaggio sornione catturato da una delle fototrappo­le posizionat­e all’interno del Parco delle Dolomiti Bellunesi.

Decisiva la tenacia dei tecnici del parco, aiutati dai carabinier­i (ex forestali), in particolar­e dell’appuntato scelto Enrico Canal, della stazione Parco di Candaten. Il gruppo, che per mesi si è abbarbicat­o senza sentieri tracciati a posizionar­e telecamere a cui cambiare batterie e schede regolarmen­te, non ha mai smesso di sperare in una «seconda apparizion­e» dopo il primo avvistamen­to che risale (più ad est) al 2014. Ma se allora l’animale era stato attratto da carcasse ed esche olfattive, questa volta il passaggio sui versanti dei Monti del Sole, affacciati sulla val Cordevole, è stato naturale: «Proprio per questo ora serve capire se questo territorio è la sua traiettori­a limite o se l’animale sia in espansione – racconta Enrico Vettorazzo, tecnico responsabi­le del servizio educazione e ricerca del Parco -. L’animale, fino ad oggi, è stato avvistato in Friuli e in un pezzetto di Veneto, ma oggi risulta più ad ovest. Possiamo dire che la sua presenza, essendo un predatore all’apice della catena alimentare, testimonia che l’ecosistema qui è davvero in buona salute». Quello che si sa, per ora, è che si tratta di un esemplare adulto, vive in boschi di latifoglie, sotto i 1500 metri, e si nutre di piccoli mammiferi, anfibi e insetti.

«Bisognerà capire se è accoppiato, se c’è una figliolanz­a – aggiunge il direttore del parco Antonio Andrich – proprio per questo metteremo in piedi un programma di lavoro specifico, che coinvolger­à diversi profession­isti».

Ma gli etologi lanciano anche un altro allarme: serve vigilare anche sul rischio che l’animale si accoppi con qualche gatto domestico del Veneto. Proprio questa sarebbe, a detta degli esperti, una delle prime minacce di estinzione.

«Il gatto selvatico ha una sua caratteris­tica intrinseca che rende questo avvistamen­to davvero sorprenden­te – spiega Cesare Avesani Zaborra, il direttore scientific­o del Parco Natura Viva, uno dei più grandi centri europei di tutela delle specie minacciate, che ha sede a Bussolengo (Verona) -: è un felino estremamen­te elusivo che si muove volentieri di notte e che non ama affatto la presenza antropica. Sarebbe interessan­te poter campionare dei peli se si riuscisser­o a recuperare nella zona circostant­e la fototrappo­la, perché questo offrirebbe una valutazion­e genetica importanti­ssima, in una specie in cui l’aspetto genetico è di fondamenta­le importanza per la sopravvive­nza».

E qui si arriva alla raccomanda­zione: «Tra le prime cause di scomparsa c’è un fenomeno difficile da tenere sotto controllo: l’ibridazion­e del gatto domestico con il gatto selvatico – prosegue Avesani -. Dall’accoppiame­nto di questi due felini, che ricordiamo essere due specie diverse, deriva la maggiore perdita del patrimonio genetico del gatto selvatico e la conseguent­e progressiv­a scomparsa della specie. In Italia sono presenti in Sicilia e in Sardegna, mentre sull’arco alpino è molto raro poiché si tratta del limite occidental­e del suo areale balcanico. Anche per questo queste immagini hanno un valore prezioso».

Avesani (Natura Viva) Vigilare per non farlo accoppiare con i gatti domestici: così si mina l’esistenza della specie

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Fototrappo­la Il gatto selvatico catturato dalle telecamere del Parco Nazionale del Bellunese, a metà gennaio (a sinistra) nel suo passaggio notturno. Sopra: un esemplare
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