Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Medico del San Bortolo si toglie la vita

L’otorino, vice primario, D’Eredità è stato trovato nell’androne di casa a Padova

- Andrea Pistore

La tragica notizia della scomparsa di Riccardo D’Eredità al San Bortolo di Vicenza è arrivata ieri verso mezzogiorn­o. A trovare il corpo esanime del vice primario di otorinolar­ingoiatria è stato alle 8.30 un vicino di casa. D’Eredità aveva 53 anni e si è ucciso sulle scale nell’androne del palazzo dove viveva a Padova insieme alla terza moglie e al figlio piccolo. Non ha lasciato alcun biglietto ma il tragico gesto sarebbe riconducib­ile a problemi di familiari.

Il dg Pavesi Siamo sconvolti: era un medico molto impegnato e con tanti progetti per il futuro, molto apprezzato

La tragica notizia della scomparsa di Riccardo D’Eredità all’Ospedale San Bortolo è arrivata ieri verso mezzogiorn­o. A trovare il corpo esanime del vice primario di otorinolar­ingoiatria è stato alle 8.30 un vicino di casa. L’uomo ha dato l’allarme ai carabinier­i e al Suem, che ne hanno constatato il decesso. Riccardo D’Eredità aveva 53 anni e si è impiccato sulle scale nell’androne del palazzo dove viveva a Padova insieme alla terza moglie e al figlio piccolo. Non ha lasciato alcun biglietto per spiegare il tragico gesto, che sarebbe riconducib­ile a problemi di tipo familiare, legati ai divorzi e agli oneri che ne conseguono. Il medico era molto conosciuto a Vicenza, dove lavorava dal 1998 e dove si era contraddis­tinto per aver migliorato la vita di tanti pazienti che si erano affidati a lui per i problemi all’apparato uditivo. Tra i colleghi del San Bortolo ieri c’era sconcerto e incredulit­à, questo perché D’Eredità non avrebbe lasciato trasparire la sua grande sofferenza. Tante sono le storie che i suoi pazienti possono raccontare. Come quando lo scorso giugno un marocchino di 22 anni detenuto al carcere San Pio x aveva ingoiato una lametta da barba per paura di essere rimpatriat­o ed era stato operato d’urgenza dal medico che gli ha salvato la vita. O come quando nel luglio del 2016 era riuscito, dopo una delicata operazione, a far tornare l’udito a una bambina di 12 anni grazie a un imper pianto di ultima generazion­e che il medico e la sua equipe avevano installato. In ospedale ne parlano come di uno specialist­a di talento raro, il «dottore dell’orecchio bionico» che aveva portato in Italia l’esperienza maturata negli Stati Uniti, il medico dei piccoli miracoli che aveva fatto «sentire» i pazienti completame­nte sordi. Fino al 2016 aveva già inserito una trentina di impianti elettronic­i ad adulti e bambini, con una tecnica mini invasiva appresa negli Usa e che aveva perfeziona­to nel tempo. E non sono molti gli specialist­i in Italia in grado di farlo. Suo, dal 2002, il brevetto internazio­nale e statuniten­se su un nuovo sistema di ventilazio­ne dell’orecchio medio riassorbil­e.

Il ricordo è quello di un uomo che non passava inosservat­o. Non a caso al San Bortolo era stato soprannomi­nato «il principe azzurro», un po’ il colore del camice indossato dai medici americani (e che lui ricordava sempre con piacere) e un po’ perché era decisament­e apprezzato dalle molte colleghe.

A ricordarlo con profession­alità è infine Giovanni Pavesi, direttore generale dell’Usl 8 Berica: «La notizia ci ha colpito profondame­nte, anche perché non avevamo avuto nessuna avvisaglia. Il dottor D’Eredità era un medico molto impegnato e con tanti progetti per il futuro. Era anche molto apprezzato dai pazienti e dai suoi colleghi, uno specialist­a che si è sempre distinto per la sua competenza ma anche per la sua sensibilit­à, come dimostra il suo impegno verso i pazienti pediatrici. A nome di tutta l’Azienda desidero esprimere le nostre più sincere condoglian­ze ai suoi familiari»

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