Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

All’ex caserma Borghesi in mostra le foto sul disastro di Chernobyl Un luogo abbandonat­o a Borgo Casale e il racconto della storia

- Gian Maria Collicelli

Una mostra che non è una mostra ma un grande libro aperto su una vicenda storica: il disastro di Chernobyl, ovvero l’incidente alla centrale nucleare della cittadina ucraina del 26 aprile del 1986. Entrare all’ex-caserma Borghesi di via Borgo Casale, dal prossimo 17 febbraio al 26 agosto, sarà come tornare indietro nel tempo e rivivere tutta l’atmosfera di quel periodo storico segnato proprio da quell’episodio.

L’esposizion­e si intitola «Il silenzio assordante di Chernobyl», è stata ideata e organizzat­a dall’associazio­ne «I luoghi dell’abbandono» ed ha ottenuto il patrocinio di Comune e Provincia. La mostra è itinerante, è già stata allestita a Dueville, Recoaro ed è attesa a Roma, ma prende spunto da alcune visite del presidente dell’associazio­ne, Devis Vezzaro, a Pryp’jat, la città più vicina alla centrale nucleare ucraina. «Quando sono tornato da quei viaggi qualcosa mi è rimasto dentro - dichiara Vezzaro - ho letto oltre ottanta libri sull’argomento e nel giro di un anno ho messo in piedi questa mostra». L’esperienza del fotografo vicentino è stata tradotta in un’esposizion­e – finanziata in toto dall’associazio­ne – che occupa quattromil­a metri quadrati ed è divisa in 40 stanze, su due piani, dove vengono riportati alla luce oggetti, racconti, materiali, vita vissuta e pure le cronache del tempo. Si passa dalla sala con il modellino della centrale nucleare a quella che ospita le maschere e le tute vestite dai soccorrito­ri che entrarono per primi nel luogo dell’incidente nella centrale. E poi ecco la riproposiz­ione della situazione dell’epoca di asili, scuole, ospedali, mensa e obitorio, le foto della città (fantasma) di Pryp’jat dove vivevano 50mila persone e che da anni è deserta. Il tutto in un’atmosfera fredda (la caserma non è riscaldata) e di spazi vuoti come l’ex-caserma del Genio di via Borgo Casale: «Ho scelto questo luogo perché siamo riusciti ad ottenere tutti i permessi necessari in breve tempo - spiega Vezzaro - e perché riaprire questi edifici dismessi aiuta a comprender­e gli spazi e risponde alla curiosità di molti».

L’edificio è abbandonat­o da almeno un decennio e all’orizzonte non ci sono prospettiv­e: «La Provincia (proprietar­ia dell’immobile, ndr) non ha i soldi per fare progetti su questo stabile - dichiara la vicepresid­ente di Palazzo Nievo, Maria Cristina Franco quindi di buon grado abbiamo accolto la proposta dell’associazio­ne». Anche il Comune ha sposato l’iniziativa: «Rientrare in questi luoghi abbandonat­i - sottolinea il vicesindac­o, Jacopo Bulgarini d’Elci - è utile anche a riflettere sul riuso degli spazi, che sono fra le parole chiave dei nostri tempi». Ticket d’ingresso a 8 euro, per info: www.lemostrede­llabbandon­o.it.

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Presentazi­one Da sinistra: Vezzaro, Franco, Bulgarini d’Elci

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