Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Banco Bpm, nel 2017 utile a 558 milioni Accelera la vendita delle sofferenze
108 In miliardi, gli impieghi 2017
107 In miliardi, la raccolta diretta
6,5 In miliardi, l’aumento dei conti correnti
Banco Bpm chiude il suo primo bilancio, quello 2017, in utile per mezzo miliardo, con i conti sostenuti dalle vendite, e promette un utile «importante» nel 2018. E accelera sul fronte della vendita dei crediti in sofferenza, con cessioni che salgono da 8 a 13 miliardi, prevedendo cessioni di 5-6 miliardi, con la garanzia dello Stato, tra quest’anno e il prossimo, con i primi 2 miliardi entro giugno. Il quadro dei conti 2017 del terzo gruppo bancario, partito lo scorso anno dopo la fusione tra Banco e Bpm, è stato svelato ieri sera, a valle del cda che a Milano ha approvato il bilancio 2017. Chiuso in utile per 558 milioni, a fronte degli 1,6 miliardi di perdite del bilancio già considerato come unico nel 2016. Primo anno in cui l’utile è stato sostenuto dai 700 milioni della vendita ad Anima della società di gestione del risparmio Aletti Gestielle, e che comunque non si tradurrà in dividendi per gli azionisti del terzo polo bancario. Pur se l’amministratore delegato, Giuseppe Castagna, ieri sera agli analisti, ha promesso per quest’anno un «utile importante»: «Sono confidente - ha detto - che con un costo del rischio normalizzato il 2018 possa essere un anno importante e soddisfacente in termini di utili».
Nel 2017 la riduzione dei rischi è andata avanti a tappe forzate, con la riduzione di 3,2 miliardi di euro di crediti deteriorati, con consistenza a 13 miliardi (sofferenze, in calo del 17%, e inadempienze probabili, -21%, divisi a metà) tra vendite, recuperi interni e calo di nuovi flussi - 1,1 miliardi rispetto ai 2,5 del 2016 - e rettifiche sui crediti per 1,6 miliardi, rispetto a 2,9 del 2016.
E lo sforzo continuerà anche quest’anno. Sul fronte delle vendite per sostenere la posizione di capitale, la banca ha annunciato ieri due cessioni - la banca depositaria a Bnp Paribas e i mandati di gestione in delega degli attivi assicurativi ad Anima - che valgono 320 milioni e mezzo punto percentuale di capitale in più, che si colloca al 12,02% proforma di Cet1, comprensivo dell’effetto della validazione dei modelli interni. Serviranno a un’ulteriore accelerazione nei piani di riduzione dei crediti problematici: la vendita di sofferenze entro il 2020 sale da 8 a 13 miliardi.
Sul fronte operativo, i ricavi sono scesi del 3,7%, a 4,48 miliardi. Gli impieghi netti si posizionano a 108,2 miliardi. Il calo rispetto a 110,6 è dovuto alla riduzione dei deteriorati netti, 3,2 miliardi, mentre gli impieghi in bonis sono in leggero aumento di 800 milioni. La raccolta diretta è a 107,3 miliardi, -2,5% rispetto a 110 miliardi del 2016, ma conti correnti e depositi a vista aumentano di 6,5 miliardi, passando da 70,9 a 77,4. Bene la raccolta indiretta, +2,2% da 97,2 a 99,3 miliardi, con la gestita in salita del 7,5% a 62,5 miliardi. Così se il margine di interesse è piatto, da 2.106 a 2.113 milioni, le commissioni nette risultano in aumento del 7%, da 1.824 a 1.950 milioni. Il risultato finale è sostenuto da un corposo taglio del 19% delle spese, 700 milioni di euro in meno, a 3.031 milioni. Quelle per il personale scendono del 20%, da 2.237 a 1.784 milioni.