Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Ostaggi, paura e nessun bottino Rapina in banca all’ora di pranzo
Pistola puntata contro tre dipendenti, rinchiusi in bagno e legati. Una donna manda un messaggio al marito che chiama le forze dell’ordine
VICENZA
Hanno alzato le sciarpe fino a nascondere il volto, già in parte coperto da cappellini di lana e occhiali da sole, dopo aver varcato la porta degli uffici del Credito Emiliano, al primo piano di un palazzo del centro. E solo allora uno dei due criminali ha mostrato la pistola che aveva alla cintura e che ha poi estratto e puntato contro i tre dipendenti, presi poi in ostaggio. Solo pochi istanti prima i due malviventi erano passati inosservati tra il via e vai di corso Palladio all’ora di pranzo, tra lavoratori in pausa e flotte di studenti. Quel «traffico» urbano tra cui si potrebbero essere confusi nella fuga. A mani vuote. Sì perché non ha fruttato alcun bottino il colpo messo a segno ieri alle 12.30 negli uffici della banca. «Degli imbecilli proprio» il commento di uno dei dipendenti del Credem che ha riferito come i criminali si siano infilati direttamente sulle scale per arrivare agli uffici del primo piano. Snobbando la banca al piano terra. Questo perché probabilmente non sarebbero stati in grado di oltrepassare la porta a bussola e se anche ci fossero riusciti non sarebbero arrivati al contante, custodito nelle casseforti a tempo. Di qui forse la decisione di provare negli uffici, a libero accesso, ma senza uno straccio di quattrini custodito all’interno. Tre i dipendenti, due uomini e una donna, presenti in quel momento al primo piano. «Questa è una rapina, fate quello che vi diciamo e non vi succederà nulla» avrebbero detto i due, uno dei quali ha mostrato la pistola sulla cintura. Che ha poi estratto e puntato contro di loro quando li ha visti titubanti. Che non fosse uno scherzo è stato subito chiaro. Pochi istanti e i tre sono stati legati con fascette da elettricista e chiusi a chiave in bagno. Fortuna ha voluto che la donna, Cristina Menegazzo, avesse il cellulare con sé: ha scritto un messaggio ad un collega che si trovava nella filiale al piano di sotto e al marito. «Mi ha scritto che c’era una rapina e mi ha chiesto di allertare le forze dell’ordine» racconta il compagno, assicurando che i criminali non le hanno fatto del male. Sentita già nel cortile del palazzo dai poliziotti, gesticolava ed evidenziava la fascia degli occhi, raccontando probabilmente che era l’unica parte del viso che i banditi mostravano. «Stiamo bene» ha balbettato la donna, occhi lucidi, pochi minuti dopo mentre, con i due colleghi rimasti ostaggi anche loro per interminabili minuti, saliva nell’auto della polizia. I tre sono stati infatti portati in questura per essere sentiti dagli investigatori della squadra mobile, intervenuti in corso palladio con i colleghi delle volanti. Con loro anche i vigili del fuoco che hanno liberato i dipendenti chiusi in bagno. «Sono scioccati ma stanno bene» assicurano i colleghi che guardano i poliziotti lavorare, senza oltrepassare il cordone bianco e rosso. Il palazzo è stato passato al setaccio dalla polizia, intervenuta con gli specialisti della scientifica, a caccia di impronte, delle immagini delle telecamere ma anche di una possibile via di fuga dei due. Anche nello studio dentistico dove c’era Gabriele Benedetti. «Ho sentito la polizia che diceva aprite alla porta », spiega. «È incredibile quanto accaduto, questa amministrazione ha perso il controllo di tutto il territorio, anche del centro» il commento di Francesco Rucco, capogruppo di Idea Vicenza.