Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Tre coltellate alla moglie Non imputabile «Deve curarsi»

- Benedetta Centin © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Secondo la perizia psichiatri­ca Antonio Diviso era incapace di intendere e volere la notte in cui ha accoltella­to a sangue freddo la moglie in camera da letto, affondando per tre volte il coltello da 25 centimetri all’altezza dell’addome della donna. Ieri il giudice ha assolto il 66enne di Vicenza, difeso dagli avvocati Giovanni e Giulio Manfredini, perché non imputabile per vizio totale di mente disponendo per lui la libertà vigilata per un anno, imponendog­li di rimanere in una struttura specializz­ata e di sottoporsi alle cure. Con la possibilit­à di incontrare la moglie, per intraprend­ere con lei un percorso di mediazione familiare. Per rimarginar­e quindi la ferita. Che lei, compagna di una vita e la vittima, ha saputo sanare subito. Basta dire che Rosalia Buccheri era accanto al 66enne, ieri pomeriggio, alla lettura della sentenza del giudice Massimo Gerace. Lo è stata sempre. Anche quando, la notte del 4 gennaio 2017 è stata portata in ospedale con tre coltellate al ventre, una delle quali profonda 20 centimetri aveva lesionato un organo e avrebbe potuto esserle letale se non fosse stato per l’operazione a cui è stata sottoposta d’urgenza. Allora l’hanno vista tenersi per mano con l’uomo che aveva attentato alla sua vita, il suo convivente da trent’anni e marito da otto. E la 55enne aveva anche tentato di «coprirlo» con la polizia, raccontand­o che il funzionari­o delle Poste esodato aveva tentato di uccidersi e che lei si era ferita nel tentativo disperato di disarmarlo. Ma poi le indagini avevano lasciato spazio alla verità. E Diviso era stato arrestato per tentato omicidio aggravato. Allora il 66enne stava affrontand­o un momento di malessere, tra depression­e e ipocondria per quei dolori allo stomaco che gli davano tormento e che era convinto i medici non gli avrebbero guarito. Dolori che lo avevano tediato anche la notte in cui si era accanito sulla moglie senza dire una parola. Lei era però riuscita a scappare. «E’ disperato e stanco, c’è tanto sangue, mi ha accoltella­to» aveva riferito al Suem.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy