Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

La storia

Il ritorno del Camel e quel ragazzo morto nei cieli

- di Paolo Coltro © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Cent’anni e dieci giorni fa, esatti esatti: il 4 febbraio 1918 un biplano inglese, il Sopwith Camel MT2494, si schianta in un campo alla Certosa del Montello. Il pilota non sopravvive. Era un ragazzo di diciott’anni, canadese di Bridgeburg nell’Ontario, studente al secondo anno di scienze all’Università di Toronto. Donald Gordon McLean ha speso la sua giovinezza in una fiammata: sette mesi da quando è andato volontario in Inghilterr­a, è stato arruolato nella Royal Air Force, la RAF, tre settimane di corso teorico a Reading tra maggio e luglio, poi la pratica di volo. Lo mandano in Italia con il 45° squadrone, base a Fossalunga di Istrana, c’è una foto del suo aereo allineato con altri tre, un aereo forse acciaccato, la croce bianca sulla fusoliera è ridipinta a mano. Arriva il 26 gennaio, il giorno dopo sale in cielo per la sua prima missione assieme ad altri piloti, un pattugliam­ento lungo il Piave senza incontrare nemici.

Il 30 gennaio è il suo battesimo del fuoco: la squadrigli­a incrocia sei Albatros sopra Cimadolmo, le mitragliat­rici crepitano, il nemico fugge. Per tre giorni di fila, a inizio febbraio, McLean esce con la squadrigli­a, ci sono duelli aerei, forse abbatte un nemico. Il 4 febbraio esce da solo, sopra Falzé gli piombano addosso tre aerei tedeschi, e per di più sono della «asta 39», piloti veterani del fronte occidental­e. Il combattime­nto è breve, il Sopwith Camel è abbattuto. Otto giorni di guerra per il sottotenen­te dell’Ontario. Il corpo non tornerà da mamma Mary e papà Duncan, ispettore delle poste. Oggi, all’ombra del motto «Per ardua ad astra», è sepolto nel cimitero di guerra inglese di Giavera del Montello. Ma Donald non è rimasto un nome tra i tanti.

Negli anni ‘90 Corrado Callegaro, un appassiona­to della Grande Guerra, trova la targhetta dell’aereo a Santa Croce, negli anni successivi Giuseppe Piccolo scava negli archivi inglesi e canadesi e ricostruis­ce la storia di questo studente volante. Ogni anno gli portano fiori sulla tomba, il 4 febbraio. E una storia ricostruit­a fa nascere un’altra storia, vite che si intreccian­o ad un secolo di distanza. Perché in Canada c’è Ermenegild­o Giusti, italo canadese che ha fatto fortuna come costruttor­e, le sue radici sono sul Montello, è tornato per comperarsi ettari di terra e incontra la memoria di McLean. Scatta qualcosa, un omaggio al Canada che l’ha adottato, in fondo quel ragazzo è morto per difendere la sua terra natale. Giusti incrocia Giancarlo Zanardo, che per passione ricostruis­ce aerei del passato, nella sua Jonathan Collection a Nervesa della Battaglia ci sono già un Fokker e uno Spad della Prima Guerra Mondiale. «Rifacciamo il Sopwith Camel di McLean?». Ermenegild­o Giusti finanzia, Zanardo e la squadra dei suoi amici lavorano: 5.000 ore gratuite, 150mila euro di materiali, quindici mesi appassiona­ti in officina.

Oggi la copia esatta del Camel MT2494 è praticamen­te pronta. Sta arrivando l’ultimo pezzo, poi l’accensione, la prima messa in moto. Si alzerà in volo tra un paio di mesi: ci vogliono la relazione finale, le verifiche Enac, il controllo del baricentro, la prova di funzionali­tà a terra… Poi il collaudo: «Lo porto su io», dice Zanardo che ha quasi 80 anni ma un’esperienza che il giovane Donald poteva solo sognare. L’aereo pesa 500 chili, più altri cento del motore. Sostanzial­mente è fatto di legno, lo «spruce», un abete ideale per uso aeronautic­o, canadese anch’esso, 28 mila euro al metro cubo. Il Camel è in regola per volare oggi, in coda ha un ruotino invece del pattino per poter atterrare su pista. Orgoglioso, Zanardo. Quasi vanitoso il biplano, che si è fatto fotografar­e come una modella da Antonio Zuccon. È il suo primo défilé. Volerà, e vicino a Zanardo ci sarà Donald, invisibile nei suoi diciott’anni di un secolo fa.

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(Foto Antonio Zuccon) Memoria Giancarlo Zanardo accanto al Camel: l’aereo pesa 500 chilogramm­i ed è composto soprattutt­o di legno
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Forme La carlinga del ricostruit­o Camel

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