Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Miguel, a Verona nonno Erasmus studente 80enne

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Miguel Castillo, 80 anni, VERONA notaio in pensione, studente dell’Università di Valencia, ha scelto Verona per un quadrimest­re di studio all’estero. Il «nonno Erasmus» si dice incantato dall’Arena.

Lo studente Erasmus forse più anziano del mondo è spagnolo, si chiama Miguel Castillo, ha ottant’anni, ed è iscritto all’Università di Valencia. Tra pochi giorni (il 26 febbraio) inizierà il suo semestre di studio all’estero, come previsto dal programma di scambio tra atenei europei. Lo farà all’Università di Verona e, come ha raccontato lui stesso al giornale valenciano El Periódico Mediterrán­eo, all’inizio era un po’ nervoso all’idea: «Un professore mi ha detto: “Tu sei un inquieto, perché non te ne vai in Erasmus?” Io gli ho risposto: “Ma come, alla mia età?”. Mi ha detto che la cosa importante era che stessi bene, e io sì, sto bene, ho quattro bypass dopo che sono stato operato cinque anni fa». È stato dopo quell’intervento che ha deciso di riprendere gli studi. Anche se non avrebbe mai pensato di avere l’opportunit­à dell’Erasmus. «Ho pensato che sarebbe stata un’avventura e ho accettato».

Il signor Castillo, che a Valencia studia storia e geografia, sarà uno dei circa 250 studenti stranieri circa che ogni anno l’ateneo veronese ospita nell’ambito del progetto Erasmus. Proprio la Spagna, per altro, è la nazione più rappresent­ata, seguita da Germania e Regno Unito. Certo, questo ex notaio in pensione, che verrà a Verona in compagnia della seconda moglie (la prima lo ha lasciato vedovo), con tre figlie, sei nipoti e qualche acciacco dell’età, non è facilmente assimilabi­le ai suoi futuri compagni di corso. Ma, a sentir lui, il gap generazion­ale non gli impedirà di amalgamars­i con loro, come già successo a Valencia. «Alcuni mi chiedono di consigliar­e i loro genitori su come fare testamento, altri vogliono sapere cosa pensi della loro ragazza... Con affetto mi chiamano “nonno”». E con loro, ha raccontato sempre al El Periódico, esce fuori a cena e scambia gli appunti delle lezioni.

Castillo è convinto che si ambienterà bene a Verona, anche perché racconta di esserci già stato. Interpella­to dall’agenzia spagnola Efe, ha spiegato di aver scelto la città in ricordo di una visita 42 anni fa per ascoltare con la sua prima moglie all’Arena la divina Maria Callas. Forse qui la memoria l’ha tradito perché, come ricorda la sovrintend­ente dell’Arena Cecilia Gasdia, «la Callas è morta nel ‘77 e l’ultima volta che si esibì a Verona fu nel ‘53». Ovvero, quando il signor Castillo aveva 15 anni e di certo non era sposato. «Forse aveva visto qualcun’altro, pronti comunque a invitarlo in Arena», sorride la Gasdia.

È probabile che Castillo, un passato «da buon calciatore», faccia capolino anche allo stadio Bentegodi. Ci scherza su: «Mi hanno chiamato e mi hanno detto: “L’Hellas Verona è penultimo in campionato, puoi aiutarci? E io gli ho detto: “Alla mia età posso al massimo fare il guardaline­e con la bandierina”».

Non rimane, quindi, che cercar casa. «Niente studentato», ma solo perché la moglie, che lo seguirà a Verona, ha posto il veto.

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