Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Acque del Chiampo Spa in procura: «Spesi 4 milioni per proteggerci dai Pfas»
Pfas, veleno nell’acqua: Acque del Chiampo Spa finora ha già speso quattro milioni per la protezione della risorsa idrica, per ridurre l’inquinamento di sostanze perfluoro alchiliche scaricate nella falda. E il finanziamento stanziato dalla Regione Veneto per la Spa, per ulteriori interventi da effettuare è limitato: di 270mila euro. «Il conto sta continuando a salire e ad oggi ammonta a circa quattro milioni; è giusto che questi costi sostenuti da Acque del Chiampo vengano risarciti da chi questo danno lo ha provocato, che non ricadano quindi sulle bollette dei cittadini» sostiene Alberto Pellizzari, il consigliere delegato della Spa che ieri mattina era in procura a Vicenza, per illustrare gli approfondimenti tecnico giuridici cui il gestore del servizio idrico integrato ha dato corso e che intende ulteriormente sviluppare. Con Pellizzari c’erano anche il direttore generale Alberto Piccoli e l’avvocato Marco Tonellotto (nella foto), legale della società. I tre hanno incontrato il sostituto procuratore Barbara De Munari titolare con il collega Hans Roderich Blattner dell’inchiesta per adulterazione dell’acqua e inquinamento ambientale che conta dieci indagati, a partire da Miteni Spa, azienda chimica di Trissino ritenuta responsabile dell’inquinamento da sostanze perfluoro alchiliche. «Un incontro positivo, in cui abbiamo offerto ancora una volta la nostra collaborazione– il commento di Pellizzari fuori dal tribunale – un incontro che conferma la bontà del lavoro che stiamo facendo a tutela della salute dei cittadini, della credibilità della nostra società e a protezione della risorsa idrica. I nostri azionisti ci avevano dato due priorità fin dal nostro insediamento: emergenza Pfas e smaltimento dei fanghi. Manteniamo la rotta nella ricerca delle responsabilità sul problema dei Pfas con impegno continuo ed attenzione costante».