Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Monossido, intossicate nonna e nipote
Valdagno, la piccola sta meglio. Preoccupano le condizioni della donna di 90 anni
Se non fosse stato per quel silenzio prolungato che ha insospettito gli altri familiari che si trovavano al piano terra nonna (90 anni) e nipotina (7) avrebbero anche potuto non farcela. E sarebbero state le ennesime vittime del monossido di carbonio. Colpa, a quanto pare, di una stufa a legna difettosa installata al piano terra dell’abitazione di contrada Cengiati a Valdagno. La piccola sta meglio, preoccupano le condizioni della donna.
Devono aver respirato VALDAGNO a lungo il gas tossico, tanto da perdere i sensi, e se non fosse stato per quel silenzio prolungato che ha insospettito gli altri familiari che si trovavano al piano terra, per l’allarme tempestivo dato ai soccorsi, nonna e nipotina avrebbero anche potuto non farcela. E sarebbero state le ennesime vittime del monossido di carbonio. Colpa, a quanto pare, di una stufa a legna difettosa installata al piano terra dell’abitazione di contrada Cengiati a Valdagno e di una conduttura che avrebbe portato il gas killer al piano superiore dove abita la signora anziana e dove ieri mattina si trovava la nipotina, escludendo dal pericolo invece il figlio e papà e il resto della sua famiglia, compresa una seconda bambina ancora molto piccola.
Erano le 11 di ieri quando l’uomo ha chiamato con il cuore in gola la centrale del Suem 118 per chiedere aiuto: sua madre, una pensionata di novant’anni, era incosciente, e pure la sua primogenita di sette anni. Mentre lui, la moglie, la secondogenita, stavano bene: nessuno accusava alcun tipo di malessere, segno che il gas era salito in alto e non si era propagato al piano terra. In poco sono arrivate due ambulanze dai vicini ospedali a sirene spiegate. La piccola è tornata presto in sé ma non l’anziana, in condizioni più serie, che i paramedici hanno dovuto intubare e trasferire d’urgenza, in codice rosso, all’ospedale di Santorso. Mentre la piccola è stata portata nel reparto di pediatria dell’ospedale di Vicenza. Ma dopo gli accertamenti per entrambe i medici hanno disposto il trasferimento a Torri di Quartesolo, per essere sottoposte al trattamento in camera iperbarica. Avevano respirato troppo monossido di carbonio, i loro polmoni ne erano pieni. Così come era alta la concentrazione dello stesso gas al primo piano dell’abitazione di contrada Cengiati. A rilevarlo con gli specifici strumenti i vigili del fuoco del distaccamento di Schio che hanno verificato sul posto il sistema di riscaldamento, e che dopo due ore circa di controlli, di verifica della qualità dell’aria dopo aver arieggiato a lungo gli ambienti, hanno inibito l’uso della stufa a legna, fino a un controllo della conduttura di evacuazione dei fumi e del sistema di riscaldamento ad aria da parte di tecnici qualificati.
Di certo ieri in quella casa si è sfiorata la tragedia. Poteva essere questione ancora di pochi minuti per l’anziana signora e la sua amata nipotina. Il capo famiglia si era però accorto che qualcosa non andava di sopra. Nessun rumore, nessuna voce, e nemmeno nessuna risposta alle insistenti chiamate dal soggiorno. Troppo strano. Quando è corso al primo piano tutto ha avuto un senso e si è reso conto che poteva avere ancora solo pochi minuti a disposizione, e ha composto subito il 118, azionando così la macchina dei soccorsi. Un grande spavento, una grande paura, che si dissolverà solo quando l’anziana madre e la bimba verranno dimesse dagli ospedali. Stando ai medici la paziente più a rischio è la novantenne, quella in condizioni più gravi per la quale verrà mantenuta la prognosi riservata.