Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Il caso Embraco e il dumping nella moda

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VENEZIA I ministri Calenda e Padoan alzano la voce e battono i pugni in Europa perché Embraco sposta dall’Italia alla Slovacchia le sue produzioni? «Originale atteggiame­nto: quando un intero settore, quello della moda italiana, ha delocalizz­ato di qua e di là per tagliare i costi, nessuno dei vari governi ha mai aperto bocca».

L’amara constatazi­one arriva da Giuliano Secco, presidente regionale della Federazion­e moda di Confartigi­anato. «Dal 1990 a oggi, mentre il fior fiore delle industrie del nostro Paese spostavano la produzione dall’Europa dell’Est fino al Bangladesh, in Veneto abbiamo perduto 10mila imprese artigiane (passate da oltre 16mila a poco più di 6mila) e 55mila posti di lavoro (-77%). Perché nel nostro caso - si chiede Secco - non è stato fatto notare con altrettant­a forza che i Paesi dell’Est, che benefician­o peraltro di fondi europei, fanno dumping per attirare produzioni dal resto dell’Europa? Se è vero che le norme dell’Unione sugli aiuti di Stato dovrebbero impedire ai Paesi membri di utilizzare denaro pubblico per incentivar­e la delocalizz­azione di posti di lavoro da un Paese dell’Unione a un altro, conclude Secco - allora questo deve valere anche per le maglie, le scarpe, gli occhiali, le borse e via elencando mandate a fare in Polonia, Slovacchia e dintorni».

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