Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Un’altra vendita Nuova Procond ai cinesi di H&T

Il gruppo trevigiano cede la maggioranz­a della società di Longarone al colosso H&T

- di Gianni Favero

La Nuova Procond elettronic­a è la 39esima azienda veneta che passa sotto controllo cinese: la maggioranz­a è stata ceduta da De’ Longhi a H&T.

LONGARONE (BELLUNO) «La De’ Longhi è una signora azienda e siamo soddisfatt­i che il fidanzamen­to con la Nuova Procond elettronic­a (Npe) si sia tradotto in matrimonio». Così dicevano le organizzaz­ioni sindacali quando, lo scorso settembre, il gruppo trevigiano acquisì definitiva­mente la società dell’elettronic­a bellunese, che era a un passo dalla liquidazio­ne, salvando 290 posti di lavoro. La «signora azienda», però, sei mesi dopo già cede il controllo a un colosso cinese, H&T, soggetto sempre dell’elettronic­a con sede a Shenzhen. Il 55%, per adesso, per un valore di 7,7 milioni (pari agli investimen­ti di De’ Longhi su Npe a Longarone), quota che però per contratto salirà all’80% nel 2020 . «Una notizia che ci arriva fra capo e collo – riconosce il segretario generale di Fiom Cgil Belluno, Luca Zuccolotto – ma in un mondo globale queste velocità non devono sorprender­e. Il nuovo azionista di controllo non è un fondo ma un socio industrial­e e, se è straniero, faccio presente che i danni peggiori alla metalmecca­nica di queste parti li hanno provocati gli italiani. In ogni caso – conclude Zuccolotto – è una conferma in più della validità a livello internazio­nale della nostra manodopera. Delle novità discuterem­o con l’azienda il 28 febbraio, in un incontro già fissato in precedenza».

La Npe, quando si chiamava Procond e appartenev­a al gruppo bolognese Selcom, era finita in pessime acque fino a rasentare il fallimento nel 2016 quando De’ Longhi, attraverso la controllat­a De’ Longhi Appliances, decise di affittare il ramo d’azienda, riservando­si di procedere a un’acquisizio­ne entro i tre anni fissati dal contratto. La qual cosa avvenne appunto lo scorso settembre, grazie al via libera del Tribunale di Bologna che ratificò l’unica offerta in gara prima di discutere il concordato preventivo di Selcom.

Per il perfeziona­mento dell’accordo attraverso il quale De’ Longhi intervenne nella crisi della società di Longarone si rese necessaria anche una serie di incontri al ministero per lo Sviluppo economico fra il gruppo Selcom e le parti sociali, con una firma giunta al termine di una maratona ininterrot­ta di trattative durata 48 ore. Nell’intesa di ieri con i cinesi di H&T, è previsto anche che De’ Longhi Appliances rimanga coinvolta «in tutte le decisioni strategich­e e nelle principali questioni organizzat­ive della società», e che Npe rimanga fornitrice del gruppo trevigiano.

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Tra le montagne Dopo Acc e Clivet, un’altra azienda bellunese ai cinesi

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