Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Gué Pequeno al Geox: «Il mio live alle radici del rap»
Il «Gentleman tour» arriva al Gran Teatro Geox. Il rapper milanese canterà i successi dell'ultimo album (doppio disco di platino) e le hit del passato. «Sarà un palco essenziale con potenza di led. Un ritorno alle origini e al mondo dei club»
Innanzitutto c’è il rap (e la trap), lo stile con cui ci ha abituati: ironico, graffiante, spavaldo, politicamente scorretto. Denso di humor nero ma anche cadenzato da pause intimiste. Poi ci sono il reggae, gli accenni reggaeton, i ritmi caraibici, i brani melodici, vicino alla mainstream. Gué Pequeno continua a cambiare pelle rimanendo se stesso. Lo dimostra il suo ultimo album da solista, il quarto, «Gentleman», uno dei lavori rap più importanti dell’anno: quattro settimane in vetta alla classifica, doppio disco di platino, un buon numero di record su Spotify. «Gentleman» è un sillabario del rapper milanese, tracciato di una curiosità che lo porta a sperimentare stili musicali diversissimi. I testi sono istantanee di uno sconfinato mondo urban: brand, film, serie tv, arte, letteratura, viaggi. E il risultato è un sofisticato gioco di registri. Il tour di «Gentleman» arriverà a Padova venerdì 2 marzo al Gran Teatro Geox (ore 21.30, www.zedlive.it) dopo aver registrato sold out in tutta Italia.
Il nuovo live non prevede band e visual: sul palco solo dj e microfono. Un ritorno alle origini?
«Sì. Cercavo una formula più essenziale, alle radici dell’hip hop, come da tradizione. Ho fatto tanti tour con la band, ero reduce da un tour con Marracash con visual potenti e una storia che si svolgeva durante il concerto. Sono tornato a un palco spoglio ma molto figo, con grande potenza di led e che richiama il mondo del club. Con me c’è Dj Jay-K, un musicista a tutti gli effetti». Ascoltiamo «Tu non sai», un esempio di funambolismo metrico e lessicale: come ti nascono queste rime?
«Mi colpiscono semplicemente le cose di ogni giorno, quello che vedo, che leggo, che mi succede intorno. Spesso la scintilla è il nome di un’attrice, di un brand, è un
bel “pentolone”».
In questo momento la trap e il rap sono in testa alle classifiche.
«Questo fenomeno c’è sempre stato, ma mai come ora è così accentuato. Il rap e il pop mainstream sono due mondi paralleli con pubblici diversi. Quello che mi rende orgoglioso è che riesco ad andare oltre le distinzioni, piaccio dal ragazzo di quartiere alla signora bene. Spesso questi giovanissimi rapper invece hanno un target preciso. Se guardi i loro social ti sembra di leggere un giornale economico, parlano di views in 24 ore, record di streaming ecc. Che noia…» Nei tuoi post spunta spesso la passione per l’arte, un tuo amico è il pittore pugile Omar Hassan.
«Sì. Da piccolo mi piaceva disegnare e amo l’arte. Non sono un esperto ma la seguo, sia classica che moderna e contemporanea. Seguo inoltre la street art e i giovani artisti come Omar. E quando me lo posso permettere compro qualcosa». Chi ci consigli di seguire su Spotify? «Innanzitutto Sfera Ebbasta, un giovane genio che ha avuto il successo meritato. Nel suo genere è veramente forte. Mi piace molto Young Rame, rapper di Milano che viene dal quartiere di Barona, un talento incredibile. Infine, Vale Lambo, trap napoletana». Come sarà il 2018 di Gué Pequeno?
«Ho dedicato grande attenzione a questo tour, che avrà una coda estiva. Terminati i live andrò negli Stati Uniti a registrare e presto farò un annuncio importante. Sarà un anno molto impegnativo. Come il precedente. Come il prossimo».