Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)

Campoluzzo, meno 40 gradi e Padova (forse) chiude le scuole

Da tutta Europa per studiare il fenomeno. Giovedì previste nevicate in pianura, Padova valuta la chiusura delle scuole

- (ha collaborat­o Gian Maria Collicelli)

L’arrivo di Burian, il vento russo siberiano che sta sferzando anche il Veneto, ha abbassato a -40 gradi la temperatur­a nella dolina carsica di Campoluzzo, il luogo più gelido d’Italia, posizionat­o a 1768 metri d’altezza in prossimità del monte Lozze, sull’Altopiano di Asiago. L’altra notte il sensore posizionat­o dall’Arpav nel fondo della depression­e capace di attirare studiosi da tutta Europa, ha rilevato un parametro che nelle prossime ore potrebbe polverizza­re il record di -40,3 gradi registrato nel 2009. Dal 2007 l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, con il gruppo Meteo Triveneto, sta infatti conducendo uno studio internazio­nale sul microclima nelle depression­i carsiche delle Prealpi. «Sono buchi nella montagna in cui, in determinat­e condizioni meteo e in assenza di vento, in pochi metri si concentra una grande quantità di aria fredda — spiega Marco Monai, meteorolog­o —. Si tratta di una condizione anomala, di norma l’aria fredda sale in alto, qui invece è pesante e si accumula in fondo alla dolina, ma basta un po’ di vento a rimescolar­la e a far risalire la temperatur­a anche di 25 gradi».

Occhi puntati però su tutta la regione, che ieri ha visto crollare il termometro a -18 gradi sul Cansiglio, a -22 in Val Visdende , a - 20,7 sul Passo Cimabanche, a - 21,8 sul Pordoi, a -29 sulla Marmolada e a -29,2 sulla Piana di Marcesina. Nei capoluoghi le minime oscillano tra i -10 di Belluno e i -6 di Vicenza, dove l’albergo cittadino ha ospitato 67 senzatetto, raggiungen­do il «tutto esaurito». Esattament­e come il ricovero notturno della Caritas, che in centro e periferia ha inviato una task force per controllar­e chi dorme all’addiaccio. Una ventina i posti letto, tutti occupati, messi a disposizio­ne dal Comune nei container, mentre i clochard decisi a restare all’aperto sono assistiti dalla Croce Rossa, come nelle altre città.

A Padova il Comune sta valutando l’opportunit­à di chiudere, giovedì, scuole, impianti sportivi e cimiteri per l’arrivo della neve, mentre ieri un cavalcavia sopra al quale passano l’autostrada A4 e la linea ferroviari­a è stato interdetto al traffico nella parte sottostant­e per il crollo di alcune parti di cemento. L’ispezione dei vigili del fuoco ha accertato che si è trattato di parti scrostate superficia­li, non determinan­ti per la tenuta statica. Problemi di gelate delle condutture e dei contatori invece nel Veronese, a Mezzane e nella frazione di Roncà, dove una cinquantin­a di famiglie è rimasta senz’acqua. «Acque Veronesi», il gestore, assicura che i disagi dovrebbero rientrare entro stamattina.

In crisi infine la circolazio­ne delle merci su gomma, per lo stop ai mezzi pesanti imposto dalle prefetture dalle 22 di domenica e fino a «cessate esigenze» in previsione di nevicate e gelate. «Un provvedime­nto che ci sta mettendo in grave difficoltà — rivela Nazzareno Ortoncelli, presidente regionale di Confartigi­anato Trasporti — soprattutt­o se dovesse proseguire tutta la settimana. Sarebbe meglio garantire la pulizia costante delle strade».

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(foto di Cristina Corradini) Al La gelo dolina di Campoluzzo, al confine con il Trentino, dove si sono toccati i 40 gradi sotto lo zero

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