Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)
Vicenza, liberi i pusher di famiglie bene
Spacciavano a studenti. Per il gip non c’è rischio di recidiva vista la loro provenienza
Non avevano un lavoro, ma provenivano tutti da buone famiglie i tre giovani spacciatori arrestati dalla guardia di finanza di Vicenza. I tre pusher, tutti poco più che ventenni, vendevano hashish e marijuana agli adolescenti fuori dalle scuole di Asiago. Dopo l’arresto e l’udienza di convalida, il giudice ha rimesso in libertà i tre: visto il buon contesto familiare di provenienza e la giovane età, non ci sarebbe pericolo di reiterazione del reato.
Poco più che ventenni, senza lavoro, ma di buona famiglia e con diversi soldi in contanti a disposizione – 21mila euro in banconote di piccolo taglio - , e un «magazzino» domestico di complessivi due chili di marijuana e oltre un etto di hashish che suddividevano in dosi e confezionavano, con a disposizione il grinder per sminuzzare la sostanza, il bilancino per pesarla e addirittura la macchina per metterla sotto vuoto. Tutto il necessario per spacciare droga al dettaglio, per lo più a ragazzi, anche nei paraggi di scuole superiori di città e provincia.
Un’attività illegale ben organizzata stando a quanto emerso dalle indagini, con comunicazioni che avvenivano in chat, via Whatsapp: non solo quelle tra loro ma anche tra i giovani clienti, che quindi ordinavano di volta in volta le dosi in tempo reale. Sono tre insospettabili i vicentini arrestati nei giorni scorsi dai militari della tenenza della guardia di finanza di Asiago nell’ambito di una vasta operazione antidroga: si tratta di Alfio Saitta, 23 anni di Vicenza, che oltre a diverse confezioni in cellophane di marijuana aveva anche il necessario per tritarla e confezionarla; Gianluca Fabris di 21 di Camisano (solo lui aveva in casa 800 grammi di marijuana) e il coetaneo Giovanni Turcato di Caldogno, trovato con più di un etto di hashish e oltre 6mila euro.
Tutti «puliti», senza precedenti e pure un lavoro fisso, tanto che stando agli investigatori del colonnello Crescenzo Sciaraffa avevano trovato da guadagnare recuperando droga da alcuni fornitori della zona e rivendendola in piccole dosi. Per il giudice Barbara Maria Trenti davanti a cui i tre sono comparsi sabato per l’interrogatorio – facendo scena muta - non dovrebbero ricaderci, vista l’età e il contesto familiare, motivo per cui, convalidato l’arresto, li ha rimessi in libertà.
I finanzieri sono arrivati a loro dopo alcuni piccoli sequestri di stupefacente effettuati nei mesi scorsi sull’Altopiano di Asiago: da lì sono risaliti alla filiera dei traffici illeciti, arrivando alla rete degli spacciatori, che si muoveva su una buona parte della provincia e che comunicava appunto via Whastapp. Un’operazione articolata passata attraverso una serie di perquisizioni domiciliari: 17 effettuate dai finanzieri dell’Altopiano con la collaborazione degli altri reparti territoriali del comando provinciale di Vicenza, e con loro le unità cinofile. Dal capoluogo a Caldogno, Gambugliano, Camisano, fino all’Alto Vicentino, quindi Schio, Torrebelvicino, Malo, Isola Vicentina. E con le perquisizioni sono scattati anche i sequestri di stupefacente, scovato dal fiuto del cane antidroga Zack.